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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

il silenzio della prigionia di M.V.

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Quando entri in carcere la prima cosa che noti è ciò che contiene: blindi, sbarre, celle e muri. Poi ti rimbalzano nella mente una serie infinita di rumori, alcuni dei quali ti rimarranno addosso  per parecchio tempo. Difficilmente ti accorgi del vuoto e del silenzio che il carcere contiene. Quando li scopri ti sembrano dimensioni scomode che spesso ti rivelano verità che non vuoi vedere.  Con il passare dei giorni (e soprattutto delle notti) scopri che vuoto e silenzio possono esserti amici.  Imparare ad ascoltare il silenzio e leggere il vuoto ti porta alla conoscenza di una dimensione più ampia delle mura che ti rinchiudono; una dimensione senza limiti, senza sbarre e soprattutto senza rumori.  Il silenzio è la tavolozza dove nascono i sogni, che spesso ti vengono in visita e seminano speranze, grazie alla luce di una stella ed ai colori dell'arcobaleno. Quelle speranze che ti danno la forza ogni giorno di affrontare questa vita sospesa. - da Oltre i Confini - Bey...

Importanza dell’amicizia di L.V.

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  Importanza dell’amicizia, una parola, forse meglio dire una frase di profonda importanza, un argomento della mia vita con significato elevato, in quanto sono cresciuto nei bassi quartieri di Napoli. Lì dove nella mia infanzia sono stato costretto a crescere in fretta rispetto a un bambino della mia stessa età, se non sai come sceglierti un amico sei spacciato sul serio. Credo tanto nell’amicizia, l’amico è il nostro bisogno corrisposto. A un amico giungiamo sempre affamati, in cerca di pace e gioia da condividere, ma spesso anche nei momenti più difficili, per una parola di conforto o per uno sfogo di qualcosa che ti porta ad aprirti con chi ritieni una persona buona, di fiducia, uno che, nei i suoi saggi consigli troverai qualche rimedio per ciò che ti affligge in quel momento. Quando un amico ci dice ciò che pensa non dobbiamo aver timore di dire no o sì e tutto ciò che passa nella nostra mente. Mi è capitato di perdere tanti amici per le loro scelte sbagliate, spesso fat...

Paura di uscire dal carcere di L.L.

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  Penso che l’essere finito in carcere mi abbia fatto toccare il fondo. Un fondo da cui voglio uscire, e voglio partire a fare le cose serie da subito. Questa motivazione, è data dal fatto che mi permetterebbe di curare il problema che ormai mi porto dietro da anni e di entrare in comunità. Conosco molto bene la strada o per lo meno la montagna che mi spetta di scalare. Non vedo l’ora di incominciare il mio percorso, anche se in realtà il mio percorso ho deciso di iniziarlo dal 12/6/2024 a San Vittore. Entrato lì e poi spostato a Monza, io il mio percorso l’ho già iniziato in modo da entrarci quando sarà il momento già pronto. Dico che oltre alla motivazione, c’è molta paura, ed è positiva perché con la paura, hai un elemento in più per cambiare. Ma ecco la mia giornata.  Come abitudine, la mattina in cella mi sveglio, prego, faccio colazione, mi confronto un po’ coi miei compagni di cella su ciò che non va. Mi alleno molto, mi lavo mangio, e faccio i colloqui che devo far...

Racconto del mio arresto di Arien

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La mia strada di detenzione inizia nel 29 febbraio 2020, quando ero appena arrivato con la mia ragazza a Monza per cercare della droga. Era una bella giornata. Tra l’altro quel giorno sono dovuto passare in Questura a prendere il permesso di soggiorno, ma prima di andarci avevo deciso con la mia ragazza, Anastasia, di andare a comprare della droga. Arrivati nel centro di Monza ho detto alla mia ragazza di aspettare vicino alla fontana, davanti al supermercato. Passati 30 - 40 minuti sono arrivati tre ragazzi di nazionalità araba, sono arrivati a chiedermi una sigaretta ma io mi sono accorto che i ragazzi ci stavano circondando.  Ho compreso che c’era qualcosa che non andava, perché prima uno mi ha chiesto una sigaretta, poi un paio di euro che gli ho pure dato. Ma a lui sembrava poco, quindi ha estratto un coltello minacciandomi di dargli il portafoglio. Io ho reagito subito dopo che ha messo via il coltello.   Ma il suo compagno, che stava alla mia destra, mi ha ferito all’...

Claude AnShin Thomas – Una volta ero un soldato di N.R.

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Claude AnShin Thomas (Medville, Pennsylvania 1947) è un monaco buddhista zen. Dopo aver combattuto nella guerra in Vietnam, ha attraversato un lungo periodo travagliato, fino all’incontro con la pratica della meditazione zen. Ordinato monaco nel 1995, sostenitore della pace e della nonviolenza attiva, oggi lavora in tutto il mondo dimostrando con la sua stessa vita come la violenza possa essere portata a termine e come la meditazione e la consapevolezza possano essere coltivate nella quotidianità. “Una volta ero un soldato” (Il saggiatore) è il racconto del viaggio umano e spirituale di Claude Anshin Thomas: la storia di come, da veterano dell’esercito degli Stati Uniti, è diventato uno dei più celebri attivisti per la pace e la nonviolenza al mondo. La testimonianza di come in ogni momento della nostra vita, anche nella disperazione più nera, sia possibile trasformare i traumi del nostro passato in formule di guarigione. Arruolatosi nell’esercito a 17 anni per combattere in Vietnam,...

DENTRO FUORI Numero 29 - 24 novembre 2024 - Festa di Cristo Re Settimanale di varia umanità carceraria C.C.di Monza

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  Cristo Re, sulla croce Alle volte gli uomini sono un po’ strani. Quando si parla di cose importanti sembra abbiano la ricetta pronta e infallibile per risolvere ogni problema, se dipendesse da loro tutto si sistemerebbe in poco tempo, anche le questioni più complesse e spinose che affliggono l’umanità. Poi però, gli stessi, oltre alle parole non vanno e sono pronti a delegare tutto ad altri, a chi più sa toccare le corde della retorica, dell’interesse solo personale, a chi sa gridare di più, oggi diremmo anche a chi sa insultare di più. Unendosi al numero sempre più grande di coloro che invece sono nell’indifferenza, chiusi in se stessi, anche disillusi, tanto, dicono, sono tutti uguali e non cambierà mai niente. Chi ha il potere se lo tiene ben stretto, non rinuncia volontariamente, e lo usa soprattutto per se stesso. Perché il potere affascina, il potere dà un’ebbrezza sottile, una sensazione di onnipotenza a cui è difficile resistere. Un potere che logora e può rendere peggior...

Numero 28 17 novembre 2024 XXXIII domenica Tempo Ordinario Settimanale di varia umanità carceraria C.C.di Monza

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Nelle tue mani, Signore, è la mia vita  Sarà capitato anche a voi di sentire qualcuno affermare che, alla luce di quanto sta accadendo, siamo ormai vicini alla fine del mondo. E poi segue l’elenco dei mali che ci affliggono, delle cattiverie sempre più incredibili, di sconvolgimenti climatici, di guerre sempre più crudeli e diffuse, cose mai viste prima. Certamente c’è un fondo di verità in tutto questo, ma quando nel corso della storia non si sarebbe potuto dire lo stesso? E lo si dirà ancora per tanto tempo. Altri si spingono oltre arrivando a prevedere perfino il giorno e l’ora in cui avverrà la fine di tutto, esponendosi a clamorose smentite. Anche Gesù ne parla, con toni particolarmente forti, ma aggiunge: Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre. Allora non preoccupiamoci troppo di ciò che non ci è possibile sapere ma di come prepararci a quel giorno, sapere, questa volta sì, che cosa ci attende in quel gio...

Numero 27 10 novembre 2024 XXXII domenica Tempo Ordinario - Settimanale di varia umanità carceraria C.C.di Monza

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  Nel tesoro, si getta se stessi Cav. Uff. T. Col. Farina Bianco, direttore illuminato del locale orfanatrofio, insigne nostro concittadino, generosamente rese possibile la costruzione di questo asilo, per il bene di tutti i bambini. Alla memoria dei posteri tramanda. XXVII Aprile MCMLIII Mi hanno sempre un po’ infastidito certe ostentazioni di generosità: le lapidi che ricordano i benefattori importanti che hanno contribuito a realizzare qualche opera di bene; le targhette apposte sulle panche delle chiese con i nomi di chi, quelle panche, le ha pagate; quelli che promettono tanto, e lo fanno con molta pubblicità, e poi scopri che ciò che ti mandano o è roba scaduta o è di pessima qualità. Quando invece, poco prima di un Natale di qualche anno fa, trovai nella cassetta della posta una busta con una lettera in cui c’era scritto: per favore, renda felice qualche famiglia con bambini, buon Natale. Nonno Mario, è tutta un’altra cosa, il cuore si allarga. Mi sono commosso quando uno di...

Non mollare mai

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  Carcere di  A.N. Quello che posso iniziare a dire è che non è come te lo aspetti. Quando senti chiudere il blindo ti rendi conto, di quello che sei. Devo dire che può essere un punto di partenza o di fine. Dipende da te.   Parola d’ordine: NON MOLLARE MAI. La Famiglia di A.N. È tutto, la famiglia ti da la forza di andare avanti, lottare contro tutte le sofferenze. La famiglia ti ascolta ti accudisce, ti cresce, ti cura, ti capisce nonostante le controversie. Puoi fidarti di un consiglio buono. La sofferenza è dura ma ti aiuta a crescere, a capire di non cadere nelle stesse condizioni sbagliate. Sezione D Infermeria Il carcere di Monza mi sta dando una possibilità per cambiare in modo positivo considerandolo come un percorso. La biblioteca è un luogo accogliente, con persone disponibili verso gli altri, ed è un posto importante per acculturarsi, per persone di un certo culto. Tramonto di R.C. Tramonto limpido con poche nuvole Con il cielo stellato Qu...

STORIE - Moglie italiana e una figlia: Azmi racconta una bella storia di integrazione

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  Sono nato in Tunisia, quando arrivai in Italia avevo 23 anni, con una infanzia passata tra sofferenze, dolori e tristezze. In verità devo ammettere che nel corso della mia vita ho incontrato anche persone con la capacità di andare oltre ai pensieri comuni ed i pregiudizi che portano a dividere lo stato sociale per diversa etnia. In Tunisia incontrai due persone splendide, una coppia di pensionati italiani, che, forse in virtù del fatto che erano stranieri in terra straniera, hanno voluto andare oltre i pregiudizi del sentito dire della gente verso gli stranieri come me. In una cena durante una serata  trascorsa insieme con quella simpatica coppia di pensionati  mi raccontai, e tra i vari racconti narrati, che loro volevano ascoltare, raccontai tutta la mia storia, quella della mia vita. Tra stupore e curiosità  il loro modo di pensare cominciò a cambiare, erano turisti di passaggio,  vivevano in Italia, e ovviamente  avevano il loro modo italia...

STORIE - Pietro da Petrostal - La “fuga” dall’Ucraina, l’arrivo in Italia. La scelta sbagliata.

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Pietro è un nome molto comune dalle parti di Odessa, in Ucraina. Vi è l'usanza di dare questo nome ai bambini nella speranza che crescano più forti: il nome Pietro ha il significato di "pietra, durezza e forza". A 18 anni si trasferisce a Kirovograd, per fare il servizio militare, che da quelle parti dura circa un anno e mezzo, poi ritorna nella sua città natale a Petrostal, dove conosce una ragazza che poi diventerà sua moglie. Si innamorano e si sposano a Kishineu, capitale della Moldavia, paese di origine della moglie, dove nascerà il loro primogenito. Per anni hanno avuto una vita serena, Pietro si trova bene, vivono in un ambiente dove predomina la loro stessa cultura. Col tempo nasce in lui l'idea di poter fare di più per la sua famiglia, trovare un nuovo lavoro, realizzare qualcosa di più importante per il loro benessere. Nel 2006 prende la decisione di partire per l'Italia, dove già si trovava la madre di sua moglie ed altri suoi parenti. Ricorda quel lont...

Numero 26 - 3 novembre 2024 XXXI domenica Tempo Ordinario - Settimanale di varia umanità carceraria C.C.di Monza

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  Per essere credibili.  Vangelo di oggi: Gesù e lo scriba, due uomini che si intendono perfettamente. Strano, di solito gli scribi non sono descritti in modo molto positivo. Questo scriba invece non si contrappone a Gesù, non cerca di imbrogliarlo facendolo cadere in qualche tranello, gli rivolge invece una domanda seria e sincera, con molto garbo e rispetto. E’ uno scriba che si sta mettendo in discussione, che desidera davvero sapere cosa ne pensa Gesù. E Gesù capisce, intuisce la rettitudine di quest’uomo e si mette sullo stesso piano. Questa è la prima cosa bella che possiamo imparare dal vangelo di oggi: quando due uomini sono sinceri, quando, senza pregiudizi, cercano la verità, quando non hanno interessi nascosti da difendere, quando non dicono una cosa e ne pensano un’altra, ecco due uomini così non possono che incontrarsi e intendersi, andar d’accordo, e costruire insieme qualcosa di bello e utile per il bene di tutti. E Gesù che cosa ha detto di così speciale da con...