DENTRO FUORI Numero 29 - 24 novembre 2024 - Festa di Cristo Re Settimanale di varia umanità carceraria C.C.di Monza

 


Cristo Re, sulla croce Alle volte gli uomini sono un po’ strani. Quando si parla di cose importanti sembra abbiano la ricetta pronta e infallibile per risolvere ogni problema, se dipendesse da loro tutto si sistemerebbe in poco tempo, anche le questioni più complesse e spinose che affliggono l’umanità. Poi però, gli stessi, oltre alle parole non vanno e sono pronti a delegare tutto ad altri, a chi più sa toccare le corde della retorica, dell’interesse solo personale, a chi sa gridare di più, oggi diremmo anche a chi sa insultare di più. Unendosi al numero sempre più grande di coloro che invece sono nell’indifferenza, chiusi in se stessi, anche disillusi, tanto, dicono, sono tutti uguali e non cambierà mai niente. Chi ha il potere se lo tiene ben stretto, non rinuncia volontariamente, e lo usa soprattutto per se stesso. Perché il potere affascina, il potere dà un’ebbrezza sottile, una sensazione di onnipotenza a cui è difficile resistere. Un potere che logora e può rendere peggiori le persone, che porta a sopraffare chi ne subisce le conseguenze. E chi il potere non ce l’ha, lo desidera per poter fare lo stesso. Sembra difficile percorre un’altra strada, anzi la si ritiene impraticabile, adatta solo per percorsi spirituali e per anime belle e ingenue. Gesù, invece, ha percorso questa strada. Dunque tu sei re? chiese Pilato a Gesù. La risposta: Tu lo dici: io sono re. La figura del re l’associamo al potere. Dunque Gesù afferma di avere un potere. Se pensiamo che Gesù era fuggito quando volevano farlo re perché aveva donato il pane alla folla affamata, ma non si identificava con il potente capace di soddisfare i bisogni primari degli uomini; o all’episodio dell’ingresso trionfale in Gerusalemme quando, sventolando le palme la folla lo acclamava come il re d’Israele, possiamo dire che Gesù è re in modo del tutto diverso, ha un potere ma non è quello che intendono gli uomini. Ciò Gesù pensa, e soprattutto come lo vive, rende buono il potere, o meglio ci dice che può essere esercitato per il bene di tutti, può essere una benedizione quando rispetta la dignità e la libertà di tutti, quando è attento a tutti senza dimenticare gli ultimi, quando valorizza le capacità e l’impegno di ciascuno. Gesù ci ha insegnato che il potere è servizio. Ogni tanto sento qualche politico che dice di voler mettersi al servizio dei cittadini. Bene. Vorrei però ricordagli che Gesù è finito sulla croce dove era stato appeso un cartello: Re dei giudei. Dtiziano

 

Carcere, lavoro e impatto sociale

Ogni 100 detenuti che sono inseriti in un percorso di inserimento lavorativo, al ritorno in libertà, torna a delinquere meno del 10%. Un abbattimento della recidiva importante rispetto a chi è sottoposto a trattamenti standard. Questi progetti non rappresentano un costo, ma un investimento per la società. È stato siglato il protocollo d’intesa tra Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Confcooperative Federsolidarietà che punta a promuovere programmi di intervento a favore dei detenuti avviando progetti imprenditoriali finalizzati all’inserimento lavorativo intra ed extra-murario e al recupero sociale degli stessi. I progetti saranno individuati e promossi da Federsolidarietà. Già attualmente un detenuto su tre, tra quelli occupati nel privato, è assunto da una cooperativa sociale. E sono oltre 1.500 i detenuti ed ex detenuti impegnati in percorsi di formazione, tirocini e borse lavoro. Mentre sono 3.000 gli ex detenuti che, intrapreso il percorso di lavoro in una cooperativa sociale, vi restano anche al termine della pena. Considerando che un detenuto costa tra 130 e 150 euro al giorno al nostro Paese, investire in questi strumenti per il reinserimento socio lavorativo, premia. Una riabilitazione sociale che punta molto sulla formazione e il lavoro. Sono circa 110 le cooperative sociali aderenti a Confcooperative che, ad oggi, assumono regolarmente (con retribuzioni previste dal contratto nazionale della cooperazione sociale) persone svantaggiate nell’ambito della giustizia, sia in lavorazioni intramurarie che all’esterno delle carceri, per un totale di circa 1.107 persone tra detenuti, ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro esterno. Oltre 4 mila persone usufruiscono dei servizi residenziali per detenuti ed ex-detenuti, in particolare con problemi psichiatrici e di dipendenze, e di altri servizi di reinserimento socio lavorativo una volta finita la detenzione. La cooperazione sociale rappresenta un importante fattore di congiunzione tra il carcere ed il mondo esterno. en.

 

In aumento i reati contro i minori Negli ultimi sei mesi i reati contro i minori sono aumentati del 10%. Il dato emerge dal "Rapporto sui minorenni vittime di abuso", preparato dalla Polizia. Nel dettaglio, si segnala un aumento rispettivamente del 22% dell'abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, del 15% dei maltrattamenti contro familiari e conviventi e della sottrazione di persone incapaci. In aumento anche i casi di abbandono di persone minori o incapaci (+12%), mentre si registra una drammatica esplosione dei reati legati alla pedopornografia: +83%. Si tratta di reati particolarmente odiosi, da combattere con perseveranza.

Le riflessioni del Garante dei detenuti circa i suicidi Ecco alcune riflessione del Garante dei detenuti della regione Campania Samuele Ciambriello rilasciate dopo l’ultimo suicidio di un ragazzo napoletano di 28 anni avvenuto nel carcere di Napoli Poggioreale 


Il sistema penitenziario è sull'orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi. Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l'opinione pubblica. Sono 81 in tutta Italia, con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita. Dall'inizio dell'anno ad oggi sono 1.842 i tentativi di suicidio, 11.503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l'età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un'età compresa tra i 18 e 25 anni. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più.

Colletta Alimentare La Colletta alimentare, organizzata la scorsa settimana, ha avuto una buona risposta. Per conoscenza: sono stati raccolti circa 250 Kg di generi alimentari. Un grazie a tutti e che questo piccolo gesto di solidarietà ci renda migliori.

 

Ri(flessioni).

1. Suicidi in carcere Un detenuto di 28 anni, napoletano, è stato ritrovato impiccato nel carcere di Poggioreale a Napoli. È il quarto detenuto a togliersi la vita nel 2024 in quell’Istituto, l'undicesimo in tutta la regione Campania, e l’ottantunesimo in Italia. Non dobbiamo rassegnarci, è una piaga che deve essere combattuta con tutte le nostre forze, a tutti i livelli. Non basta piangere.

2. Alcuni dati Negli Stati Uniti ci sono 2 milioni e 200 mila detenuti. Così che con meno del 5% della popolazione mondiale, gli USA hanno circa il 25% della popolazione carceraria mondiale. Non solo, il 49% dei carcerati è composto da afroamericani, benché i neri siano solo il 12-13% della popolazione. Si presume inoltre che tra il 40 mila e le 200 mila siano innocenti.

3. Infortuni sul lavoro Cinquantatré anni, di origini egiziane, gravemente ferito, scaricato presso un distributore di benzina a Grado (Gorizia). Operaio edile, ha dichiarato di essere caduto da un’altezza di tre metri. Il datore di lavoro non era in regole con le leggi? Probabile. Fatti che accadono spesso. Vergogna.

4. Procurato naufragio Nella notte tra il 7 e l’8 novembre la Guardia costiera tunisina, a cui il governo italiano fornisce le motovedette, sperona e lascia affondare una imbarcazione con circa ottanta migrante a bordo. In 52 affogano. Chi riesce a salvarsi viene deportato: un gruppo, tra cui anche donne e bambini, abbandonato nel deserto; un altro gruppo rivenduto ai miliziani libici (che ne trarranno profitto). Agghiacciante la testimonianza rilasciata da un sopravvissuto: non erano molto lontani dalla costa quando è arrivato un mezzo della Guardia tunisina e li ha speronati, la barca s’è capovolta. Sono rimasti lì e li hanno guardati affogare.

5. Banana da record 


All’asta di New York è stata aggiudicata per una cifra record di 6,2 milioni di dollari l’opera dell’artista padovano Maurizio Cattelan, raffigurante una banana fissata al muro con nastro adesivo. Mi sembra una cifra enorme che, se si tratta davvero un’opera d’arte, mi dice con chiarezza quanto io non capisca nulla di arte.


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