Settimanale di varia umanità carceraria C.C. di Monza Numero 45/25 9 novembre 202




Dedicazione della Basilica Lateranense 

Chiesa, fratelli attorno a Gesù 

Qualche parola la dobbiamo pur spendere per ricordare quale sia il significato della festa che celebriamo oggi, la Dedicazione della Basilica lateranense. Stiamo parlando della chiesa di san Giovanni in Laterano, ed è la sede del vescovo di Roma, che è papa proprio in quanto vescovo di Roma. Possiamo dire che è la chiesa più importante, non certo perché può essere la più bella o la più antica, ma perché è la sede del vescovo, il papa. Celebrare allora questa festa, almeno nelle chiese di rito romano, è l’occasione per ricordarci che siamo uniti nella stessa fede, raccolti in una sola chiesa e ci riconosciamo fratelli. Una chiesa che va al di là di ogni differenza perché ci unisce l’unica fede nel Signore Gesù che di noi ha fatto un solo popolo. E’ un’immagine forte quella della Chiesa cattolica diffusa in tutto il mondo, e lo è sempre di più quando sa rimanere fedele alla parola del vangelo, quando si comporta da discepola di Gesù, quando è maestra perché essa stessa obbediente, quando vive sinceramente la vocazione di essere al servizio di ogni uomo e donna di questo mondo. Le letture di oggi parlano di templi, chiese, edifici spirituali, luoghi sacri. Una domanda può sorgere spontanea: ma Dio dove lo si trova? Qual è il luogo dove poterlo incontrare? E perché, anche dopo averlo incontrato, ci può capitare, troppo facilmente, di perderlo di vista? Queste domande in realtà ci aiutano a tenere i piedi per terra e ci ricordano che Dio deve essere sempre cercato, mai può diventare una conquista, un’illusione di poter in qualche modo disporre di Lui. E’ stato sottolineato molto che la chiesa è il luogo dell’incontro con Dio. Certo, lo può essere. Gesù, del tempio di Gerusalemme, disse che era la “casa del Padre mio”. Ma disse anche, vangelo di oggi: non fate della casa del Padre mio un mercato! Si può andare in chiesa e non incontrare nessuno, si può partecipare alle messe e non credere per niente, si può essere assidui alle celebrazioni ma le scelte di vita sono tutt’altro. Se però intendiamo la chiesa come comunità di fratelli allora quella chiesa è il luogo dell’incontro, è il luogo dove entriamo in comunione con Gesù. Perché ci ritroviamo come fratelli alla ricerca della stesso Dio, discepoli di Gesù, fratelli che imparano ad amarsi, a fare dell’amore la loro regola di vita. Il tempio vero dell’incontro con Dio è l’umanità di Gesù, presenza di Dio tra gli uomini, un tempio e una presenza alla portata di tutti, anche di coloro che non dispongono dell’edificio chiesa. dtiziano.

Le tante promesse estive, dI Umberto Rocco Dal settimanale della Casa Circondariale di Pordenone La parola "sovraffollamento"? ln questo momento non ho sottomano uno Zingarelli per poter leggere I'esatta definizione e i suoi sinonimi, ma mi viene da pensare a una moltitudine di persone ammassate una sopra l'altra, o comunque inserite in uno spazio limitato. Ed è esattamente quanto sto provando nella mia esistenza di persona detenuta. Già la vita in carcere non è una condizione umanamente accettabile: la privazione della libertà personale è terribile ma purtroppo è una triste realtà. Oggi in ltalia, per una capienza di circa 47.000 detenuti, ce ne sono invece oltre 62.000. Questa eccedenza ha anche un costo economico per la comunità, che ogni anno rischia di pagare multe enormi all'Unione Europea. Di fatto, dalla UE viene certificata I'illegalità dello Stato italiano, che non tratta i suoi detenuti come invece stabilito dalle norme europee che definiscono, in molti casi, la detenzione italiana “inumana e degradante"... Credo che il sovraffollamento sia la causa di molti problemi, disagi e sofferenze che portano anche al suicidio. Ogni anno, specialmente nel periodo estivo, si parla maggiormente delle carceri e si aprono speranze per i detenuti: "Stiamo affrontando seriamente il problema...” Ci sono proposte per aumentare la liberazione anticipata... verranno rafforzate le misure alternative... i tossicodipendenti usciranno dal carcere per essere curati in comunità... gli stranieri verranno spediti nei loro Paesi... nelle carceri ci saranno più attività..., ci sarà più lavoro per tutti, vero antidoto contro la recidiva" (e intanto continuano a lavorare in pochi) e così via. Passano i mesi, nel frattempo si supera malamente l'estate, le promesse rimangono lettera morta e le istituzioni hanno preso altro tempo, lasciando invariata una situazione che non fa altro che incancrenirsi sempre di più. E a pagarne le conseguenze sono tutte le persone che in carcere ci vivono, i detenuti per scontare la loro pena in condizioni inumane, e gli operatori per svolgere il loro sempre più difficile lavoro.

Giubileo 2025: Giovani pellegrini di speranza

In collaborazione con la Caritas decanale di Monza: Viaggio dentro il carcere alla ricerca di libertà e riconciliazione Secondo incontro all’interno della Casa Circondariale Monza. Gesù di Nazareth: è la risposta alla domanda di libertà e felicità? Dialogo dei detenuti con mons. Mario Delpini - Arcivescovo di Milano e Suor Benedetta - Monaca di clausura

Venerdì 14 novembre alle ore 18:00

Lotta alle dipendenze 



E’ un cancro che corrode la società, che distrugge tanti giovani e ora anche tanti adulti, e mette in croce tante famiglie. La droga miete vittime in continuazione, in modi sempre più aggressivi con sostanze nuove sempre più dannose e a prezzi sempre più bassi. Non vorrei che, pure a malincuore, ci adattassimo a questo cancro ritenendolo sì una sciagura, ma purtroppo inevitabile. E’ un problema grossissimo, troppi interessi in gioco, è un giro di soldi che fa gola, diffuso in ogni parte del mondo. Ma proprio per questo, maggiore deve essere lo sforzo per contrastare il traffico e il consumo di droghe. Cominciando da uno sforzo educativo verso le nuove generazioni, ritrovare la capacità di trasmettere la bellezza della vita, un bene che ci è stato affidato e che va vissuto nel rispetto di se stessi, degli altri e dell’intera società. Ciascuno, secondo le proprie competenze e capacità, deve fare la propria parte. Nella piena collaborazione perché nessuno ha la soluzione in tasca, e comunque niente può funzionare se non ci si mette insieme. Il problema è troppo grosso e non può essere sottovalutato perché ne va del nostro futuro e, oltre che nostro, anche delle generazioni che verranno. Se guardiamo ai numeri, per quanto di difficile quantificazione, ci accorgiamo di quanto sia diffuso e preoccupante il consumo delle droghe. In Italia si stima che tra i 14 e i 15 milioni di persone hanno avuto a che fare con qualche tipo di droga, soprattutto cannabis. Purtroppo è in aumento il numero di ragazzi che ne fanno uso, che non colgono la gravità di quanto fanno, o che, per quanto riguarda la cannabis, sono convinti che non ci sia niente di negativo e che addirittura faccia bene. A livello mondiale, stime dell’ONU rivelano che nel mondo il numero di persone che fanno uso di droghe è di 300 milioni. La cannabis rimane la più utilizzata (228 milioni di persone), seguita da oppioidi (60), anfetamine (30), cocaina (23) ed ecstasy (20). Nelle carceri italiane: 20.000 detenuti con problemi di droga, un terzo del totale. In questi giorni ci è arrivato un segnale positivo dalla Conferenza nazionale sulle dipendenze, svoltasi a Roma. Ha visto la partecipazione delle più alte cariche delle Stato, del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del presidente della repubblica Sergio Mattarella e un intervento video di papa Leone. Già queste presenze dicono l’importanza dell’argomento e speriamo anche la volontà di fare il possibile. Tutti hanno espresso la necessità di collaborazione tra tutte le componenti della società. dt.

Ri(flessioni) 

1. Non si collabora con chi tortura Forte presa di posizione di tredici Organizzazioni umanitarie impegnate nel salvataggio dei profughi nel Mediterraneo: hanno deciso di sospendere ogni comunicazione con il Centro di coordinamento congiunto dei soccorsi di Tripoli, Libia. Si “respinge la crescente pressione dell’Ue, in particolare dell’Italia, a comunicare con gli autori di violenza in mare”, così la nota delle organizzazioni. In altre parole: Non vogliamo collaborare con chi spara e tortura i migranti. Parole gravi che disonorano l’Europa e l’Italia. L’Italia che ormai da anni ha dichiarato guerra a chi opera salvataggi in mare. 

3. Le regole dell’amore C’erano delle regole in convento. Ma il Superiore diceva: ”L’obbedienza rispetta le regole, l’amore sa quando infrangerle”. 

4. Violenza su disabili 1 Brutta e odiosa storia di violenze e soprusi in un Centro disabili a Cuneo. Si tratta di malati psichiatrici o con disturbi collegati all’autismo. I reati contestati sono maltrattamenti, violenza privata e sequestro di persona, omissione di atti d’ufficio, frode nelle forniture. Agli ospiti, oltre alle violenze subite, venivano somministrate dosi massicce di sedativi. Nel disprezzo per la dignità umana di ogni uomo che sempre deve essere tutelata, a maggior ragione con persone fragili.

4. Violenza su disabile 

2 A Moncalieri nella notte di Halloween due ragazzi e una ragazza, minorenni, hanno sequestrato e seviziato per ore un ragazzo disabile. Per un giovane subire queste violenze comporta ferite difficili da superare e che lasceranno profonde cicatrici. Chissà se anche i tre che lo hanno aggredito prenderanno coscienza del male fatto e ci sarà qualcuno che li aiuterà a dare un senso migliore alla loro vita. dt 

5. Che trattamenti! Un dato eclatante arriva dagli Uffici di Sorveglianza: nel 2024 sono state accolte 5.837 denunce per trattamenti inumani o degradanti avvenuti nelle carceri italiane, il 23,4% in più rispetto all’anno precedente. Un numero che supera persino quello della condanna europea del 2013, la sentenza Torreggiani, che vedeva circa 4mila ricorsi pendenti. 

6. Pena di morte Nei primi 9 mesi del 2025 le condanne a morte negli Usa sono cresciute del 33% rispetto allo stesso periodo del 2024. Su 34 ben 13 sono state eseguite in Florida, governata dal repubblicano Ron De Santis, accanito sostenitore della pena di morte. Da novembre e dicembre sono previste altre 9 esecuzioni. gda.

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