Settimanale di varia umanità carceraria C.C. di Monza Numero 19/25 11 maggio 2025 Quarta domenica di Pasqua
Nell’ascolto di una voce
Uno dei problemi che può angustiare l’uomo è quello della solitudine, del sentirsi solo e abbandonato. Non quella solitudine sana, quel silenzio che rigenera, quello stare soli che ci avvicina a Dio e permette di conoscere meglio se stessi. La solitudine di chi è anziano, bisognoso di aiuto, ma che vede solo, accanto a sé, una donna, la badante, e solo ogni tanto qualche figlio o nipote. O quella di chi, di persone ne vede tante, ma sono infermieri e inservienti delle case di riposo, e solo ogni tanto qualche figlio o nipote. La solitudine di chi, pur giovane, non ha saputo coltivare amicizie sincere, e si perde da un’esperienza all’altra senza concludere mai nulla e senza imparare niente. La solitudine che si legge negli occhi angosciati di chi è stato abbandonato dalla persona amata e privato della possibilità di un rapporto normale e quotidiano con i propri figli. Anche Dio non si ricorda di me, mi ha abbandonato e, come dicono certi anziani, “non guarda giù”, anche Lui ci spinge nella solitudine. Adesso dovrei dire che non è così, che è vero che la solitudine è dietro l’angolo, che noi uomini ci deludiamo a vicenda, ma che almeno Dio non ci lascia soli. Eppure il momento del buio ci può essere; il momento in cui in nessun modo percepiamo la sua presenza arriva; il momento della prova, anche per quanto riguarda Dio, è dietro l’angolo. Abbiamo pregato poco, ci siamo persi in altre faccende, lo abbiamo dimenticato e sostituito con falsi dei, ci sembrava di credere abbastanza e di vivere nella luce e all’improvviso tutto ci è crollato addosso? Tutto può essere. Rimane una realtà, non troppo piacevole per chi ha sperimentato, anche per poco, la gioia di credere: neanche Dio pone lo sguardo su di noi. Nel brano di vangelo di oggi (Gv 10,27-30) una frase ci aiuta a riflettere: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Siamo conosciuti da Gesù, per Lui non siamo estranei, sa che esistiamo, conosce il nostro nome e ciò che abbiamo nel cuore. La sua parola è per tutti e per ciascuno di noi. Come Lui conosce noi è necessario conoscere Lui: ascoltano la mia voce. L’ascolto della fede, l’ascolto che ci mette in gioco, che ci compromette, l’ascolto che ci tiene in piedi e che anche nei momenti di buio non ci fa sentire soli. dtiziano
Papa Leone XIV: la Pace sia con tutti voi
Con queste parole si è presentato alla folla radunata in Piazza San Pietro e a tutti gli uomini del mondo il nuovo papa Leone XIV, subito dopo l’elezione. Credo abbia voluto con chiarezza sottolineare che la pace di cui intende parlare è quella di Cristo, è il dono di Cristo risorto, che per noi diventa anche compito. La pace sia con tutti voi! Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il Buon Pastore, che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, tutte le persone, ovunque siano, tutti i popoli, tutta la terra. La pace sia con voi! Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente. Papa Leone, statunitense nato a Chicago nel 1955, religioso agostiniano, missionario e vescovo in Perù per molti anni (è anche cittadino peruviano), negli ultimi due anni a Roma dirigeva l’importante dicastero dei vescovi.
Una chiesa in cammino, vicina a chi soffre
A tutti voi, fratelli e sorelle di Roma, d’Italia, di tutto il mondo: vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono.
Bisogna che egli cresca e che io diminuisca (Gv 3,30)
Dalla prima omelia del nuovo papa nella messa con i cardinali nella cappella Sistina. Impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato (cfr Gv 3,30), spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo. Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa.
Perché il nome Leone XIV?
Il riferimento è a Leone XIII (papa dal 1878 al 1903) che promulgò l’enciclica Rerum Novarum, una specie di manifesto sociale in difesa degli operai, dei poveri e degli emarginati. Vangelo dei poveri e per i poveri.
Rogo di libri
Ri(flessioni).
1. Anche di fame A Gaza si muore in tanti modi. Anche di fame. Israele blocca ormai da più di due mesi gli aiuti umanitari. I più deboli, soprattutto bambini, muoiono. Per ora non si sa ancora quando potrà riprendere l’invio degli aiuti. Come sia possibile una simile ferocia ce lo chiediamo tutti i giorni. Chiediamoci anche quanta responsabilità abbiamo e soprattutto se davvero il nostro cuore piange per un popolo che sta soffrendo.
2. Desiderio di pace E se la maggioranza degli ebrei e dei palestinesi in realtà desidera la pace, e desidera che si trovino strade per poterla raggiungere? I potenti di ambo le parti dovrebbero ascoltare la voce di tutto il loro popolo, non solo di qualche frangia più o meno radicale che, al di là delle parole, non ha davvero a cuore il bene della gente. Se, come sembra, due terzi dei palestinesi e degli ebrei desidera la pace, perché continuare in scelte che generano solo altro odio che durerà per molto tempo? Occorrono leader coraggiosi che iniziano a cambiare direzione. Occorre insegnare e coltivare una cultura di pace ai giovani, da parte di tutti.
3. Sempre più guerre
Terza guerra mondiale a pezzi: così si espresse papa Francesco ormai più di dieci anni fa. Decine e decine di conflitti in corso, alcuni particolarmente atroci, altri dimenticati, altri capaci di mettere a rischio l’equilibrio mondiale. Sempre più debole la capacità di dialogo, di trovare una soluzione pacifica che può costare qualcosa ma che è sempre meglio di veder morire i propri cittadini. Anche quelle istituzione internazionali che potrebbe fare qualcosa di buono sono sempre più ignorate e le loro risoluzioni disattese. Intanto un nuovo preoccupante focolaio si è acceso tra India e Pakistan, per questioni vecchie e nuove che sembrano più importanti delle vite umane. Niente di nuovo purtroppo. La terza guerra mondiale a pezzi continua, sempre più estesa.
4. Scelte scellerate
Bill Gates, fondatore di Microsoft, accusa Elon Musk che la conseguenza dei tagli ai fondi statali per gli aiuti umanitari, da lui voluti, sarà la morte di milioni di persone. Parole di Gates: Non è una bella immagine quella dell'uomo più ricco del mondo che sta uccidendo i bambini più poveri del mondo. Non si è limitato alla denuncia: ha disposto una donazione di 200 miliardi di dollari da usare nei prossimi vent’anni per progetti umanitari. Praticamente la totalità del patrimonio. Ai figli andrà solo l’uno per cento.
5. Giro d’Italia
Venerdì è partito il Giro d’Italia. Dall’Albania. Le prime tre tappe si svolgeranno in quel Paese. Sempre più stretti i rapporti con l’Albania. dt
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