Numero 15/25 13 aprile 2025 Domenica delle Palme: Passione del Signore. Settimanale di varia umanità carceraria C.C. di Monza
Mi hanno sempre colpito, quando mi trovavo in parrocchia, le celebrazioni del Venerdì santo: la via crucis, l’adorazione della croce fino al sabato sera, ma soprattutto, nel pomeriggio, la celebrazione della Passione del Signore. Silenzio assoluto durante la pur lunga lettura della Passione, emozione per la bellezza dei riti, parole bibliche che toccano il cuore, in cui ci ritroviamo. Credo sia questo il motivo di tanta partecipazione. Non ci sentiamo estranei rispetto ai riti, le parole ascoltate arrivano dritte al cuore. Al punto che ci ritroviamo nei personaggi, consolati ma anche addolorati. Cominciarono a domandarsi chi di loro lo avrebbe tradito: può essere un altro a tradire Gesù, ma potrei essere anch’io, non sono al riparo dal tradire. Nacque tra loro una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande: anche nei momenti più tragici posso pensare solo a me stesso, e voler stare ai primi posti. Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi. Paura, vergogna, indifferenza, poco amore ci portano a essere come Pietro. Pregate, per non entrare in tentazione... andò dai discepoli e li trovò che dormivano: forse erano troppo stanchi, forse si annoiavano o non ne sentivano la necessità. Più o meno le nostre stesse motivazioni quando tralasciamo la preghiera, rinunciando però a combattere le tentazioni e soprattutto a coltivare l’amicizia con il Signore Gesù. Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo: eppure Gesù, il bacio lo accetta. Continua ad amare l’apostolo che lo sta tradendo. Sappiamo che possiamo non essere migliori di Giuda, che il bacio del tradimento può affiorare anche sulle nostre labbra. Ma non per questo perdiamo l’amore di Gesù, sarà Lui a donarci il bacio, non del tradimento come quello ricevuto, ma del perdono e dell’amore, un bacio che dona vita. Pietro, uscito fuori, pianse amaramente: un’amarezza che purifica, che fa bene, finalmente si capisce quanto amore riceviamo, quanto la nostra vita senza di lui, dopo averlo conosciuto, è qualcosa di vuoto. Togli di mezzo costui, (Gesù). Crocifiggilo, crocifiggilo: non pensare, seguire la folla, condannare senza conoscere, seguire istinti malsani è fin troppo facile. Troppo spesso, però, mi ritrovo tra la folla, e ci rimango anche se non mi trovo del tutto bene. In verità io ti dico: oggi con me sarai in paradiso: a un malfattore. Nulla può limitare la misericordia di un Dio che non ha paura della miseria dell’uomo. dtiziano
Decreto Sicurezza invece del disegno di legge: Parlamento silenziato.
Venerdì 4 aprile il governo ha approvato il decreto legge sicurezza, introducendo norme che da parecchi costituzionalisti e giuristi vengono tacciate di essere quanto meno non urgenti né necessarie, mentre le opposizioni hanno bollato come illiberali e repressive, come denunciato da molte organizzazioni della società civile e da alcune istituzioni internazionali, tra cui Antigone, l'associazione nazionale per i diritti delle persone detenute. Che cosa ha a che fare questo decreto, immediatamente vigente, con il mondo carcerario? Tra le varie norme che modifica o riforma, il decreto introduce anche il reato di rivolta penitenziaria, che si estende alle proteste non violente, che andrà a punire con pene (sproporzionate?) chi disobbedisce a un ordine (anche laddove questo sia illegittimo). Questo decreto rende inutile l'iter, tuttora in corso, del ben più articolato disegno di legge su materia analoga, che "morirà" in Parlamento, dove langue tra un passaggio e l'altro da un anno e mezzo. I tempi del Parlamento, va ricordato, servono proprio a discutere le proposte legislative, analizzarle approfonditamente, raccogliere pareri, critiche, suggerimenti e richieste di modifica (come quelle che sembra avesse avanzato il Presidente della Repubblica). en. Carceri, unica soluzione: costruire Il governo italiano intende acquistare nuove "celle" container: sedici blocchi detentivi prefabbricati da collocare in nove carceri, per creare 384 posti entro il 2025. Occupando spazi attualmente liberi, sottraendoli a un eventuale utilizzo attuale. Il costo complessivo di questi interventi è di 32 milioni di euro. Cifra considerevole che pone qualche domando anche in vista del risultato ottenuto: ogni posto che si realizzerà costerà 83.000 euro. Il risultato sarà una goccia nel mare, dal momento che ci sono più di dodicimila detenuti oltre il consentito. Tra l’altro in continuo aumento. Il governo vorrebbe poi continuare in questa linea: realizzare altri settemila posti, sempre in container, nel giro di due anni e mezzo. E’ dignitosa questa soluzione? E’ provvisoria? E’ economica? Non creerà più problemi di quanti ne risolva? Non rincuora affermare: vedremo come andrà! Dopo sarà ancora più difficile risolvere i problemi. Per i minori detenuti, che in due anni sono aumentati del 44 per cento, creando problemi di sovraffollamento anche negli Istituti per minori (Ipm), la scelta è sempre la stessa. Costruire. Quattro nuovi Ipm saranno aperti prossimamente.
Carceri, manutenzione
Vista la situazione di degrado in cui versano diversi Istituti penitenziari, forse sarebbe utile, prima ancora di costruirne nuovi, mettere mano a un piano di manutenzione straordinaria e proseguire poi con quella ordinaria. Altrimenti avremo sempre più carceri ma sempre più fatiscenti. dt.
Quaranta migranti in Albania
Sembra quasi una questione di vita o di morte: nei centri costruiti in Albania qualcuno ci deve pure andare. Vista, finora, la non percorribilità della scelta di utilizzarli per rinchiudere i migranti soccorsi in mare, ecco che si portano migranti irregolari con decreto di espulsione. I primi quaranta sono arrivati l’altro ieri. Dove sta la logica di tali scelte? Non mi sembrano convenienti neanche economicamente, anche se non è questo l’aspetto più importante. Quaranta migranti, ottanta agenti delle forze dell’ordine con loro a bordo. Oltre a numerosi altri già sul posto. Piuttosto costoso. Se poi sarà confermato che erano pure ammanettati. E se lo erano, per tutto il viaggio, sette ore? Ci siamo scelti cattivi maestri d’oltre oceano. O, forse, non avevamo bisogno di maestri perché non siamo poi così buoni come troppo spesso affermiamo.
Migranti morti in mare: senza sapere chi sono
I numeri fanno paura, dovrebbero scuoterci, risvegliare quella pietà che sembra ormai un sentimento per molti sconosciuto. Dal 2014 hanno perso la vita nel mediterraneo 40.000 persone. Solo del 30% si conoscono le generalità. Gli altri rimangono sconosciuti, senza alcuna certezza, con le famiglie che li aspettano e che perdono sempre di più la speranza ogni giorno che passa. Sembra non sia importante riconoscerli e dare loro un nome. Troppi pensano che non si devono spendere troppi soldi per i morti. Eppure è importante: per i morti e soprattutto per i vivi. Penso che glielo dobbiamo, almeno questo, anche se è poco. dt.
Alfiere della Repubblica
Ci sarà anche Camilla Fanelli tra i trenta giovani che a maggio riceveranno dal Presidente Mattarella il titolo di “Alfiere della Repubblica”. Questo riconoscimento è per giovani cittadini che si sono distinti “nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive, nel volontariato” o che abbiano messo in atto “comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà. Camilla è una volontaria che da alcuni anni frequenta il carcere insegnando il gioco della pallavolo a un gruppo di detenuti della sezione Luce. Alcune sue parole tratte da un’intervista: I carcerati, qualsiasi cosa abbiano fatto, rimangono sempre persone, hanno diritto a una seconda opportunità. E questo vale per quelli che sconteranno il resto della vita in carcere, ma ancor più per quelli che hanno un fine pena, anche se non vicino. Giocare con loro, trattarli come persone, insegnare loro il rispetto delle regole che nello sport è essenziale… credo che tutto questo porterà frutto nel momento in cui usciranno di prigione e dovranno reinserirsi nella società.
Ri(flessioni).
1. Ora, solo “Genitore” Una decisione che farà discutere. La Corte di Cassazione ha stabilito che sulle carte d’identità, e documenti vari che riguardano i minori, sia usata la dicitura Genitore e non più padre e madre. Questo perché non rappresenta tutti, in particolare i genitori dello stesso sesso che hanno fatto ricorso all’adozione. Ma la questione non credo sia definitivamente chiusa. Si discuterà ancora. Che lo si faccia tenendo conto, in primo luogo, soprattutto del bene dei bambini.
2. Due suore assassinate I loro nomi: suor Evanette Onezaire e suor Jeanne Voltaire. Due suore che operavano ad Haiti, paese gravemente in crisi economica e umanitaria, flagellato da bande, anche di minori, che impongono il loro potere in tutti i modi. Due suore, piccole sorelle di Santa Teresa, che cercavano di alleviare il più possibile le condizioni di vita della popolazione. Nel tentativo di sfuggire alle bande sono state raggiunte e uccise a colpi di fucile insieme a una ragazza che cercavano di proteggere. Bande di criminali che distruggono il loro stesso paese e che distruggono il futuro di tanti giovani.
3. Ospedale Niguarda Buone notizie. L’ospedale milanese di Niguarda definito il migliore in Italia. Eccelle in robotica, trapianti e chirurgia d’urgenza. Buona fama a livello mondiale.
4. Haiti brucia Sta bruciando e ha bisogno di aiuto urgente. Chi verrà in nostro soccorso? Questo il grido dell’arcivescovo della capitale Port-au-Prince, Max Leroy Mésidor. Difficile dire se qualcuno andrà in loro soccorso dal momento che Haiti è una nazione tra le più povere del mondo. Forse non c’è molto da guadagnare.
5. Senza pagare Non dovrebbe mai succedere di lasciare di corsa un ristorante senza pagare il conto. Ancora più fastidioso quando avviene nel locale dove lavorano giovani con disabilità, autismo e sindrome di Down. E’ accaduto a Corbetta, un paese in provincia di Milano.
6. Troppi detenuti e troppi suicidi Ministro Nordio: Se aumenta il numero dei carcerati non è colpa del governo. È colpa di chi commette i reati e della magistratura che li mette in prigione. Anche perché non risulta che siano imprigionati in base a nuove leggi del Parlamento. Parole pronunciate in Parlamento circa al problema del sovraffollamento. E sull’alto numero di suicidi: la situazione non deriva da oggi” ma che “purtroppo il numero è vero che è aumentato ma che era intollerabile anche 10 anni fa. Davvero ha pronunciato queste parole? dt
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