Lettera di Natale a mia figlia di M.V.

 


Ciao mia piccola grande Principessa E’ l’alba. Oggi è toccato a te svegliarmi, (mamma forse dormiva ancora). In attesa della colazione ho riletto la lettera che tu e mamma mi avete scritto e, come spesso accade, mi sono commosso. Riesci sempre a trasmettermi tutto anche tramite solo due parole. Sei diretta, solare, trasparente ma resistente come un vetro blindato. Ogni concetto è espresso con la giusta enfasi per farne capire l’importanza ma nel contempo con la giusta collocazione, ovvero opinione personale e come tale, a prescindere, va rispettata. Piano piano stai scrollandoti di dosso alcune paure ingiustificate e stai capendo quanto il mondo abbia bisogno di valori puri. Io spero che la pandemia sia di insegnamento soprattutto a noi genitori che social e followers sono utili, belli, ma non necessari e soprattutto condizionanti. Nel mondo universitario e del lavoro avrai tante difficoltà perché vai spesso “contromano”. Invidia ed ignoranza sono due grosse problematiche contro le quali non esistono vaccini. Tu sei la figlia di una “strega” e di un “uomo verticale” ovvero persone che, fin dal medioevo, venivano le prime bruciate, e i secondi impalati. Sono fiero del “lavoro” che abbiamo fatto. Hai il DNA di tua madre, un vulcano di sentimenti racchiuso e compresso da una forza interiore devastante. Non perdere mai di vista le tue priorità, qualunque esse siano. Realizza (o cerca di realizzare) i tuoi sogni e soprattutto ritieniti libera di sbagliare (a 20 anni ti è ancora permesso). Se sbagli facendo una cosa in cui credi veramente, non sarà mai un fallimento. L’importante è rimanere coerenti (od anche incoerenti) con se stessi. 

L’importante è essere sempre te stessa, con tutti i tuoi meravigliosi difetti. Io ne vado particolarmente orgoglioso perché so che sono il frutto delle esperienze di vita che hai dovuto vivere sulla tua pelle. So ogni singolo sacrificio che hai dovuto affrontare perché, grazie a mamma, posso serenamente dire “io c’ero”. Mi hai permesso (nonostante non ti abbia “procreato”) di esserci sempre, mi hai permesso di vederti dentro, mi hai permesso di entrare nella tua vita (mi allontanavi con la testa ma, fidati, mi risucchiavi con il cuore) come “mammo”, figura “mitologica” della quale vado particolarmente fiero. Ogni giorno mi hai permesso di esserci, di confrontarci ed anche di litigare. Mi hai dato fiducia anche quando non ne avevi nemmeno in te stessa, mi hai permesso di diventare quella figura più “umile” che normalmente si chiama, nella vita comune, “papà”. Un giorno, in una bellissima lettera, mi hai scritto: "ogni uomo può essere padre, ma ci vuole una persona speciale per essere papà". Quindi grazie per avermi permesso di diventare il tuo papà.

Non so ancora se quest’anno potremmo passare il giorno del Santo Natale insieme, ma sono sicuro di una cosa: trovare un tuo abbraccio sotto l’albero sarebbe per me il regalo più bello. Vorrebbe dire…finalmente a casa.

Ti voglio un arcobaleno di bene.

      

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