LEGALIZZAZIONE DELLA DROGA di A.N.
Pensiamo alla droga come un qualcosa che l’uomo utilizza da sempre: come svago, come attività ricreativa, come sostegno e anche per motivi religiosi, come per gli sciamani e i terapeuti. Droga è da considerarsi tutto ciò che altera la coscienza, l’alcool rientra tra queste.
Si utilizzano droghe per svariate ragioni,
soprattutto tra gli adolescenti: per farsi accettare per sentirsi forti,
sicuri, per parlare con una ragazza o, semplicemente, per il piacere dello
sballo, dell’evasione dalla realtà o la difficoltà di viverla. Così si diffonde
la droga: parte da bisogni umani non soddisfatti, non ascoltati, parte da un cattivo
rapporto con se stessi. Questo vale anche per i più moderati.
Ci sono diversi livelli di consumo, uso,
abuso, dipendenza stretta. Qualcuno muore. L’utilizzo varia da un Paese
all’altro. Diamo qualche dato: in Europa il 35% usa cannabis, il 6/7% cocaina
solo il 3% eroina l’1% ecstasy e droghe sintetiche. L’uso di droga è da
considerare un’emergenza sociale, le nuove droghe sintetiche distruggono
l’individuo: sempre più giovani hanno problemi psichiatrici legati all’uso e
all’abuso. La diffusione sempre più alta si deve ai prezzi sempre più bassi.
Domandiamoci se la legalizzazione può
essere una soluzione al problema. La storia insegna che, in teoria, legalizzare
ampia l’uso ma diminuisce l’abuso della sostanza in questione. La non
legalizzazione aumenta lo strapotere delle organizzazioni criminali come accadde
per gli alcolici negli anni 30 negli Stati Uniti con la legge Volstead che
rendeva l’alcool illegale, favorendo contrabbando e abuso.
La droga nel mondo crea malessere, guerre,
povertà, inquinamento e distruzione. La cocaina, da sempre prodotta in Sud
America sulle Ande, crea inquinamento e devastazione ambientale per l’utilizzo
di sostanze chimiche, utilizzate per l’estrazione dell’alcaloide direttamente
nella foresta amazzonica e nei fiumi, dove sono situati i laboratori
clandestini. I cartelli della droga sfruttano la popolazione indigena, i
contadini e sono fonte di guerre civili e omicidi.
Molte risorse sono spese dai governi per
combattere il fiume inarrestabile di droga che dal Sud America investe tutti i Paesi
del mondo. Le famiglie sono straziate dai figli consumatori, abusatori, sempre
più con problemi psichiatrici, dovuti all’alto contenuto di metanfetamine usate
come taglio, devastanti per la salute del cervello umano.
L’oppio prodotto in Afganistan finanzia le
guerre in Medio Oriente. Le recenti statistiche dicono che l’oppio, dal quale
si ricavano eroina, Fentanyl e farmaci più o meno legali, sia la droga più
diffusa al mondo. Lo è tanto in Asia e negli Stati Uniti per il suo basso costo.
Tutte queste nuove droghe sintetiche sono distruttive per la salute umana.
L’hashish e la marijuana, che per
definizione sono droghe leggere, negli ultimi anni hanno visto i livelli del
principio attivo al loro interno aumentati rendendole di fatto molto più
potenti e spesso apripista per la dipendenza. In sintesi, non esistono droghe
buone. Quindi si deve ragionare sul bisogno che si ha di esse. Accettare la
vita, la monotonia e la ripetitività della vita e la gradualità.
La legalizzazione non può essere la
soluzione definitiva, forse lo è come punto di partenza per combattere il
mercato nero ma al centro rimane sempre la persona, il corretto sviluppo e
crescita emotiva dell’individuo. Se si va più in profondità forse il vero
aspetto che può cambiare la questione è la formazione emotiva e caratteriale
delle persone. C’è da chiedersi perché si sente il bisogno di usare sostanze.
Cosa ci spinge a farlo. Come in tante altre questioni torna l’importanza della
famiglia, della scuola, della formazione personale. Si deve toglierne
l’attrattiva, disincentivandone l’utilizzo come invece viene fatto da artisti e
dal cinema. Il problema deve essere combattuto alla radice.
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