Sono cresciuto a Scampia. No alla legalizzazione delle droghe
Il mio pensiero sulla legalizzazione
Il tema che stiamo affrontando, durante questi ultimi giorni di luglio è molto importante e delicato. Durante un pomeriggio di catechismo, in presenza di Don Augusto, un detenuto ha voluto introdurre un quesito sulla droga. Ho aderito con immenso piacere ad affrontare questo tema in quanto io stesso in passato ho avuto problemi con le sostanze. Sono cresciuto a Scampia. È scontato sottolineare che provengo da una realtà molto difficile dove tutto gira tra piazze di spacci, criminalità organizzata e poveri figli di mamme, spesso sole e abbandonate alle loro immense difficoltà.
Poi mi sono allontanato e ho cercato con tutte le mie forze di staccarmi da quella realtà rischiosa. Ora mi sento di analizzare il problema della droga come osservatore esterno
Oggi, rispetto a un po’ di anni fa, c'è un grave allarme sociale derivante dalle cosiddette droghe sintetiche. La cronaca più recente racconta di droghe chimiche, parenti strette di prodotti farmaceutici che spingono i ragazzi a una maggiore dipendenza e a un rapido precipitare verso stati di depressone, insicurezza e fragilità, portandoli, spesso, a commettere reati di ogni tipo.
Come se non bastasse, nel nostro Paese si sono insidiate anche diverse organizzazioni criminali straniere, contribuendo drammaticamente a divulgare queste nuove sostanze sintetiche.
Esiste rimedio a un fenomeno che sembra peggiorare di anno in anno? Forse la liberalizzazione di alcuni tipi di droga potrebbe servire allo scopo? Da un certo punto di vista la legalizzazione della droga porterebbe a evidenti vantaggi per lo Stato: introiti derivati dalle vendite, controllo dei fruitori e possibilità di aiutare gli stessi con azioni di recupero. Per contro un più facile ed economico accesso alle droghe potrebbe costituire un incentivo al fenomeno della dipendenza.
È fondamentale accompagnare qualsiasi iniziativa di liberalizzazione con una campagna di informazione ed educazione finalizzata a sensibilizzare, soprattutto i più giovani, riguardo i rischi e le conseguenze che ciò comporta. Creare punti di prevenzione sociale in tutti quei quartieri e città dove il tasso di criminalità è più concentrato.
Così facendo renderemo vita non facile alle mafie e allo stesso tempo aiuteremo, nel nostro piccolo, i nostri giovani a essere più attenti e consapevoli sotto ogni aspetto
La mia speranza è che le esperienze negative che ho vissuto possano essere testimonianza ai cari lettori del nostro blog.
No alla legalizzazione.
Vincenzo Laureto
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