Numero 15 – 18 agosto 2024 XX domenica Tempo Ordinario C.C. di Monza

 


Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici La vicenda di un sacerdote e di un seminarista ci aiutano a comprendere il brano del vangelo che oggi leggiamo durante la messa (Vangelo di Giovanni, capitolo 6,51-58). I loro nomi: don Stanislao Bartkus e il seminarista Mario Bellino. Sono stati assassinati ottanta anni fa dai nazifascisti a Montalto Carpasio, un piccolo paese ligure in provincia di Imperia. Don Stanislao e il seminarista Mario, che facevano parte dell’Istituto Charitas di Imperia, avevano in custodia una ventina di bambini, orfani. Il 17 agosto del 1944 Montalto fu sottoposta a un rastrellamento da parte dei tedeschi. Circondati da ogni parte, non si riuscì ad allontanare i bambini dal paese. Don Stanislao e Mario decisero di rifugiarsi con loro nella chiesa dell’Acquasanta. I soldati colpivano la porta col calcio dei fucili. Il sacerdote e il seminarista aprirono dopo aver messo al sicuro i bambini spingendoli nell’abside, vicino alla sacrestia. Dopo averli trascinati fuori dalla chiesa, don Stanislao e Mario vennero picchiati e torturati nel tentativo di estorcere informazioni sui partigiani. Si volevano fucilare anche i ragazzi, ma don Stanislao e Mario implorarono di lasciarli stare: i bambini no! Dalla finestra della sacrestia i bambini li videro morire, fucilati contro una grande pianta di acacia. I loro corpi vennero gettati a valle. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno, leggiamo nel vangelo di oggi. Credo che questa sia stata la forza di don Stanislao e di Mario: la loro fede in Gesù, quel pane disceso dal cielo di cui ogni giorno si nutrivano e nel quale trovavano la forza e la gioia di vivere come Gesù, di compiere le stesse scelte, di donare la propria vita per i bambini a loro affidati: noi, ma i bambini no! Per loro la promessa di Gesù si è realizzata: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Qualche giorno prima dell’eccidio, Mario aveva scritto l’ultima lettera alla madre, invitandola a confidare nell’aiuto di Dio: «Vedi dunque mamma che per chi muore nelle braccia del Signore c’è tutto da guadagnare; questa grazia io lo spero e son sicuro di ottenerla dalla bontà di quel Gesù che per me e per noi tutti ha voluto morire e che ci ha amati e ci ama ancora di un amore più intenso di quello con cui una mamma può amare i suoi figli». Due vite coerenti fino alla fine, nonostante tutto, e che hanno molto da insegnare ancora oggi. Dtiziano

Anno Santo 2025 - Un anno di speranza per il futuro Donare anche solo un sorriso, un gesto d’amicizia…

Continuiamo a conoscere quanto il Papa ci ha indicato nella Bolla di indizione del Giubileo Ordinario, Spes non confundit (La speranza non delude), che celebreremo nel prossimo anno 2025. L’anno santo è un’occasione per ritrovare speranza, per perdonare e essere perdonati. E’ l’anno in cui poter ricominciare, guardando al futuro con fiducia, anche se sentiamo il peso degli errori del passato, nostri e degli altri uomini.

Ecco le parole del Papa. La speranza, insieme alla fede e alla carità, forma il trittico delle “virtù teologali”, che esprimono l’essenza della vita cristiana (cfr. 1Cor 13,13; 1Ts 1,3). Nel loro dinamismo inscindibile, la speranza è quella che, per così dire, imprime l’orientamento, indica la direzione e la finalità dell’esistenza credente. Perciò l’apostolo Paolo invita ad essere «lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12). Sì, abbiamo bisogno di «abbondare nella speranza» (cfr. Rm 15,13) per testimoniare in modo credibile e attraente la fede e l’amore che portiamo nel cuore; perché la fede sia gioiosa, la carità entusiasta; perché ognuno sia in grado di donare anche solo un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve un seme fecondo di speranza.

Giubileo: non sono soltanto le solenni celebrazioni, i grandi gesti, le manifestazioni imponenti. E’ un richiamo a riscoprire il valore della non meno importante dimensione della quotidianità, quella che in fondo segna la qualità della nostra vita: donare anche solo un sorriso, un gesto d’amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero…..


Affidiamoci al buon cuore

Dal Friuli arriva la notizia che un sindaco ha deciso di regalare al carcere di Udine 35 mini frigoriferi per le celle dei detenuti. La meritoria iniziativa è una specie di gesto di ringraziamento, afferma il primo cittadino, perché lui stesso - ben 44 anni fa - era stato “ospite” delle patrie galere per pochi giorni e aveva sperimentato la grande generosità degli altri detenuti di quel tempo. Conosce la grave situazione - oggi come allora - di precarietà che chi è detenuto vive, anche per conservare alimenti e bevande. Ora il gesto di questo sindaco ci dice almeno due cose: tra carcerati accade che ci si dia una mano l’un l’altro, e soprattutto chi può permettersi di più, aiuti chi, già in una situazione spesso disorientante e disgraziata, si trovi senza mezzi di sussistenza; è parte del codice non scritto del carcere. Il “regalo” del sindaco friulano ci testimonia, sotto un’altra prospettiva, l’inadeguatezza di molti Istituti di detenzione in Italia, dove, oltre ai problemi di sovraffollamento, ci si confronta quotidianamente con piccole e grandi carenze e calamità: mancano non solo i posti letto ma anche i frigoriferi in quest’estate rovente! In compenso nelle celle ci sono tante cimici e altri simpatici animaletti a far compagnia. E siamo a 67 suicidi nel 2024. en.

 

L’illusione del gioco d’azzardo

Ritengo che il gioco d’azzardo non sia affatto un gioco ma una piaga, una disgrazia per molte famiglie. Non dovrebbe essere incoraggiato, non si deve illudere con la prospettiva di facili guadagni, che quasi mai si realizzano. Titoli di un giornale online: -Lotto, la fortuna bacia la Brianza. -La Brianza baciata dalla dea fortuna: vinti 18 mila euro. -Tre vincite record in una settimana in Lombardia, una anche in Brianza. Sarà anche diritto di cronaca, ma ha più il sapore di un invito a giocare e a tentare la “dea” fortuna. La speranza e la fiducia riposte in un’illusione-imbroglio. Si sbandiera quanto è stato vinto. Ma quanto è stato perso? Di quanto si sono ancor di più impoverite le famiglie italiane. Soprattutto quelle già povere. Dt

 

Pillole di conoscenza 1. Remissione del debito

Le persone che sono state condannate, anche se non detenute, e gli internati, cioè le persone sottoposte a misure di sicurezza detentive, possono chiedere di essere esonerate dal pagamento delle spese processuali e/o di mantenimento in carcere, se si trovano in disagiate condizioni economiche, ed abbiano tenuto regolare condotta. La richiesta può essere effettuata indirizzando istanza all’ufficio di sorveglianza.

2. Rateizzazione della pena pecuniaria

Il soggetto condannato al pagamento di una pena pecuniaria può chiederne la rateizzazione in caso di temporanea impossibilità di pagamento. La rateizzazione non può eccedere le trenta rate. L’istanza di rateizzazione va indirizzata all’ufficio di sorveglianza. en.

Ri(flessioni) 1. Repressione in Iran Impiccato. Reza Rasaei, un manifestante arrestato durante le manifestazioni antigovernative del 2022, è stato giustiziato in tutta segretezza la mattina del 6 Agosto. L’accusa è di avere ucciso una guardia della rivoluzione. La confessione gli è stata estorta dopo innumerevoli torture:

picchiato, mezzo strangolato, violentato. La repressione contro chi contesta il regime non si ferma, nel totale disprezzo della giustizia e della dignità della vita umana. gd .

2. Suicidi in Carceri E’ sempre con dolore che ogni settimana dobbiamo ricordare i suicidi che avvengono nelle carceri italiane. Ferragosto, carcere di Parma, cella di isolamento: un uomo di 36 anni, tunisino, si è tolto la vita. E’ il terzo caso, dall’inizio dell’anno, nel carcere di Parma e il 67° in Italia. Ed è giusto ricordare anche i sette agenti di Polizia Penitenziaria. Situazione di estrema sofferenza a cui non si è capaci di dare un’adeguata risposta. Ma il tempo, implacabile, porterà altri morti. dt.

3. Paola Egonu Nata in Italia da genitori nigeriani, cittadina italiana, atleta di pallavolo. Grazie a lei e alle compagne di squadra abbiamo gioito alle olimpiadi di Parigi per la medaglia d’oro conquistata. Eppure c’è chi la prende di mira con atti di razzismo e di grande ignoranza. Un’artista romana ha realizzato un murale per celebrare la vittoria delle azzurre. In poco tempo è stato vandalizzato con vernice rosa per coprire la pelle di Paola. Ripristinato è stato vandalizzato di nuovo: metà murale è stato cancellato. A cosa serve alimentare l’odio e aizzare gli sprovveduti contro chi vogliamo far passare per “diverso”? Circolano troppi cattivi maestri che non sanno leggere i segni dei tempi, la realtà di una società che, se anche non lo vogliamo e non ci piace, è in continua evoluzione. dt

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