Numero 13 – 4 agosto 2024 XVIII domenica Tempo Ordinario Settimanale di varia umanità carceraria C.C. di Mon
Non di solo pane vive l’uomo Lo abbiamo visto la scorsa domenica: Gesù si è dato da fare per sfamare la numerosa folla che lo aveva seguito. Attenzione ai bisogni dei fratelli, compassione, tenerezza. Del resto anche il popolo d’Israele, pellegrino nel deserto, ricevette i doni di Dio, la manna e le quaglie, indispensabili per proseguire il cammino verso la Terra promessa. Tutto bene dunque? Non proprio. C’è qualcosa che non lascia tranquillo Gesù. Perché questa gente mi sta cercando, cosa vuole da me? Il pane che ho dato a loro li può portare fuori strada. Continueranno a chiedermi cose, favori, prestigio, e il giorno in cui non saranno esauditi, si volteranno da un’altra parte e se ne andranno alla ricerca di qualche altro messia più comprensivo. In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Ecco: che cosa cerchiamo, cosa ci sta a cuore quando, speriamo spesso, il nostro pensiero si rivolge a Dio, quando leggiamo qualche pagina di vangelo, quando alla domenica lasciamo la cella per partecipare alla messa? Sono momenti preziosi, da non sciupare. La maggior parte del tempo la passiamo pensando ai mille problemi che la vita ci impone, per chi è povero come riuscire a sbarcare il lunario, per tutti pagare i debiti, le bollette, l’affitto, rate da onorare. Come tirare sera, e soprattutto mattina, in questi giorni così troppo caldi, chiusi nelle celle, con ansie e preoccupazioni che schiacciano. Non possiamo farci niente, è così. E’ la fatica di vivere che non ci abbandona mai. E’ come se Gesù oggi ci dicesse: non chiedetemi solo le cose materiali, so che ne avete bisogno. Condividete di più ciò che avete, spezzate il pane tra di voi, ciò che tu possiedi, e non ti serve e lo tieni sotto il materasso o depositato in banca, è indispensabile per chi non ha quasi nulla. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Gesù sa bene che non ci esauriamo nelle necessità fisiche, quelle che ci preoccupano tantissimo e ci sembrano troppo pesanti, ma che ci sono esigenze spirituali capaci di illuminare e dare un senso alla fatica di vivere. Non di solo pane vive l’uomo, ma anche di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Dtiziano
Anno Santo 2025 - Un anno di speranza per il futuro I beni della terra sono per tutti
Continuiamo a conoscere quanto il Papa ci ha indicato nella Bolla di indizione del Giubileo Ordinario, Spes non confundit (La speranza non delude), che celebreremo nel prossimo anno 2025. Finora abbiamo riflettuto sui Segni della speranza, proposti dal Papa: la pace, la trasmissione della vita, detenuti, ammalati, giovani, migranti, anziani e poveri. Ora prendiamo in considerazioni gli Appelli per la speranza, richiami concreti e possibili (che però richiedono tanto coraggio) capaci di trasformare il modo di vivere dell’umanità, aiutando veramente i popoli in difficoltà, restituendo loro ciò che in verità sarebbe stato sempre da condividere. L’anno santo è un’occasione per ritrovare speranza, per perdonare e essere perdonati. E’ l’anno in cui poter ricominciare, guardando al futuro con fiducia, anche se sentiamo il peso degli errori del passato, nostri e degli altri uomini.
Ecco le parole del Papa. Facendo eco alla parola antica dei profeti, il Giubileo ricorda che i beni della Terra non sono destinati a pochi privilegiati, ma a tutti. È necessario che quanti possiedono ricchezze si facciano generosi, riconoscendo il volto dei fratelli nel bisogno. Penso in particolare a coloro che mancano di acqua e di cibo: la fame è una piaga scandalosa nel corpo della nostra umanità e invita tutti a un sussulto di coscienza. Rinnovo l’appello affinché «con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa».
Alunni in visita
Gli alunni di alcune classi dell’Istituto Scuola superiore di Vimercate (ISS Vanoni) hanno fatto visita al carcere di Monza. Un’esperienza forte, non solo per gli alunni ma anche per gli stessi detenuti Riportiamo alcuni commenti degli alunni.
Cari Signori, perché prima di detenuti siete persone, grazie mille per l’esperienza che ci avete fatto provare. E’ stata una mattinata davvero speciale, per una volta sono tornato da scuola veramente soddisfatto e certo di aver imparato insegnamenti per la vita e non informazioni che prima o poi dimenticherò. Mi avete fatto capire che anche quando sembra non esserci più speranza, quando l’unica scelta possa sembrare farla finita, non è Mai troppo tardi per cambiare e riprovarci, di non arrendersi, di faticare perché la vita è fatta di fatiche e la nostra generazione ha sempre meno voglia di farne… Grazie ancora per tutto ciò che avete fatto perché esporsi così davanti a dei ragazzi sconosciuti senza paura di essere giudicati è una delle cose più coraggiose e belle mai viste. Grazie. Luigi.
Ciò che io non ho minimamente preso in considerazione a causa dei miei pregiudizi, era la possibilità di conoscere delle persone… Durante la visita ho capito che mi sbagliavo. Ho conosciuto delle persone tali e quali a me, che mi hanno rispettato e accolto con le braccia aperte. Io sinceramente avevo un po’ di timore quando sono entrato, eppure piano a piano sono riuscito a sentirmi sempre di più a mio agio, solo e soltanto grazie a voi. Spero di avervi fatto sentire a vostro agio anche io… Buona fortuna ragazzi.
Grazie di cuore per aver condiviso con noi, persone estranee, le vostre esperienze e i vostri sentimenti, anche se ci siamo incontrato solo per poco tempo. Stimo immensamente il coraggio con cui avete aperto il vostro cuore e trasformato emozioni così profonde in parole. E’ un gesto che non tutti sarebbero capaci di compiere e per questo vi ammiro profondamente. Prima di conoscervi immaginavo persone poco inclini al cambiamento, ma mi sono felicemente sbagliato. Ho incontrato individui che, pur essendo un po’ spaventati dal giudizio per il loro passato, sono diventati gentili, maturi e desiderosi di condividere le loro esperienze per evitare che le generazioni future facciano gli stessi errori. Grazie mille e speriamo di ribeccarci in un altro luogo.
Pillole di conoscenza 1. Disegno di legge Giachetti e decreto Nordio del governo. Facciamo un po’ di chiarezza: l’esponente di Italia viva Giachetti ha presentato la sua proposta di legge che mira a modificare il sistema di detrazione di pena per la liberazione anticipata dei detenuti, tuttora in discussione alla camera e più volte rinviata. Se approvata prevede l’innalzamento da 45 a 60 giorni dello sconto per ogni semestre fatto in buona condotta. Invece il decreto Nordio è stato presentato al Senato: tra le altre novità viene inserito nel codice penale il diritto di indebita destinazione di denaro e cose mobili,e slitta di un altro anno l’entrata in vigore delle norme sul tribunale per le persone per i minorenni e le famiglie. Il testo del disegno di legge di conversione è passato all’esame della camera: prevede l’assunzione di mille nuovi agenti di polizia e di nuovi dirigenti, strutture residenziali esterne per detenuti meritevoli, interventi per le espulsioni e per scontare la pena nello Stato di origine per stranieri, miglioramenti generici delle condizioni di detenzione, più carceri, più semplificazione delle procedure giudiziarie, ma non recepisce - per ora - la proposta Giachetti. E fin qui il governo ha la meglio, alla camera però potrebbe trovarsi una composizione dei due provvedimenti, visto l’attivismo di forza Italia. Agosto di solito è un mese buono per far leggi sgradite senza dare nell’occhio… en
Ri(flessioni)
Carcere: Sempre suicidi Altri due detenuti si sono tolti la vita in questa settimana, raggiungendo il triste numero di 61 dall’inizio dell’anno. Sabato scorso un ragazzo di 27 anni nel carcere di Prato e martedì uno di 25 nella cella di isolamento, a Rieti. Purtroppo anche il suicidio del settimo agente di polizia penitenziaria, nel carcere dell’Ucciardone, Palermo Non c’è davvero più tempo. Occorrono scelte coraggiose e di largo respiro, e il coraggio di farle subito.
2. Maysoon Majidi. Curda-iraniana, arrestata durante le manifestazioni del 2019, torturata, rilasciata, fugge in Iraq, Poi in Turchia. Qui si imbarca su un veliero, arriva in Calabria e viene incarcerata perché accusata di essere una delle scafiste. Ha scritto una lettera al capo dello Stato, professandosi innocente: «Presidente, le chiedo giustizia e umanità». Bene. E’ quanto chiede ogni imputato, e ne ha diritto: giustizia e umanità. Aggiungerei: tempi brevi, perché una lunga attesa è già di per sé una condanna.
3. Kimia Yousofi E’ una dei sei atleti che alle Olimpiadi rappresentano l’Afghanistan. Alla fine della gara dei cento metri, ha mostrato un messaggio, scritto dietro il pettorale: Educazione – Sport - I nostri diritti. E’ il grido di un popolo senza libertà. dt
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