La storia di Azmi, il ragazzo tunisino di L.E.

 


Sono nato in Tunisia, quando arrivai in Italia avevo 23 anni, con una infanzia passata tra sofferenze, dolori e tristezze. In verità devo ammettere che nel corso della mia vita ho incontrato anche persone con la capacità di andare oltre ai pensieri comuni ed i pregiudizi che portano a dividere lo stato sociale per diversa etnia. In Tunisia incontrai due persone splendide, una coppia di pensionati italiani, che, forse in virtù del fatto che erano stranieri in terra straniera, hanno voluto andare oltre i pregiudizi del sentito dire della gente verso gli stranieri come me. In una cena durante una serata  trascorsa insieme con quella simpatica coppia di pensionati  mi raccontai, e tra i vari racconti narrati , che loro volevano ascoltare, raccontai tutta la mia storia, quella della mia vita. Tra stupore e curiosità  il loro modo di pensare cominciò a cambiare, erano turisti di passaggio,  vivevano in Italia, e ovviamente  avevano il loro modo italiano di pensare, quello di  giudicare un popolo che non si conosce, solo per il sentito dire, come si usa abitualmente fare. Hanno ascoltato con piacere il racconto della mia vita e sono contento che alla fine del racconto, dopo che mi hanno conosciuto meglio, in loro è sparito anche quel poco di pregiudizio che potevano avere nei miei confronti, il pregiudizio verso lo straniero, anche se in realtà in quel momento io ero nella mia terra, erano loro gli stranieri. I racconti sono sempre affascinanti, si ascoltano con piacere,  sopratutto quando racconti fatti veri, storie di vita vissuta, da noi c'è questa usanza di essere accoglienti, di garantire il piacere dell'ospitalità. In Italia ho incontrato anche persone senza pregiudizio, tant'è che ho sposato una donna italiana, per amore, e dal nostro amore è nata una splendida bambina che oggi ha 5 anni. Non è stato facile per noi, la nostra unione non era ben vista da tante persone, ci consideravano una coppia strana, mia moglie è di religione cristiana ed io sono mussulmano, ma non è stato minimamente un ostacolo per noi, ognuno ha mantenuto la propria fede religiosa, ci lega un amore profondo che va al di là dei problemi razziali. Mia moglie non ha mai guardato la bellezza del mio corpo, ma il mio modo di essere, il mio rispetto verso gli altri. E' difficile cambiare e forse non è neanche giusto cambiare, ma si può modificare un pò il proprio pensiero, nessuno ha la verità o la giustizia assoluto di comportamento. Non siamo una coppia strana, siamo l'esempio di una scelta civile di vita, oltre i pregiudizi gratuiti, ho una suocera che mi vuole bene  a cui anch'io ne voglio e con rispetto, anche se  ogni tanto deve brontolare per mantenere il suo ruolo di suocera, e comunque non la cambierei con un'altra. Ho passato molti momenti tristi, ma me li sono lasciati alle spalle, ho capito gli errori fatti, il mio futuro è insieme alla mia famiglia che amo e che mi manca. Ripenso spesso agli insegnamenti dei miei genitori, che oggi vivono ancora in Tunisia e non vedo da qualche anno, è merito loro se sono cresciuto senza pregiudizi. Mi hanno insegnato che nella vita quello che vorrai te lo dovrai guadagnare col sudore e con la fatica, quello che conquisterai sarà meritato e te lo godrai con soddisfazione. Oggi mi sto impegnando ad aiutare chi sta ripercorrendo i miei stessi errori, cerco di farlo riflettere sulle cose fatte, ho provato su me stesso cosa vuol dire avere un colore di pelle diverso, una religione differente, una lingua diversa, tradizioni culturali all'opposto, ma con il rispetto del prossimo e la pazienza sono riuscito a trovare dei punti di incontro. In questo momento soffro la mancanza della mia famiglia, e ogni volta che li vedo perché mi vengono a trovare al colloquio familiare, per un pò diminuisce il mio dolore e la mia sofferenza, ritorno in cella con il loro sorriso ed il loro amore dentro di me, mi lasciano felice per tutta la giornata facendomi dimenticare il grande dolore che ho per la loro mancanza.Sono loro la mia speranza, la mia gioia di una rinascita nuova, la mia speranza per il futuro. Azmi è cresciuto in Tunisia. Ha un grande amore e rispetto per la sua famiglia di origine, che sente di aver deluso commettendo i reati che lo hanno portato in carcere, in Italia ha vissuto il pregiudizio di essere uno straniero, ma anche la tolleranza, l'apertura e la solidarietà. Si è innamorato di una donna italiana che ha sposato ed è diventato papà di una bellissima bambina. In carcere mette a frutto il suo tempo aiutando gli altri. Oggi ha solo voglia di riscattarsi, di uscire e di cambiare vita, rispettare i valori che gli hanno trasmessi i suoi genitori, con la modernità della sua famiglia, in cui religioni e culture diverse convivono nell'amore. L'ennesima storia vera, quella di Azmi, che ha il coraggio di raccontarsi senza veli, superando ogni barriera, integrandosi alla perfezione nel nostro paese, completando quella apertura al di là delle diversità. 

Da Oltre i Confini - Inserto de Il Cittadino di Monza e Brianza diretto da Antonetta Carrabs

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