Cristiano Puglisi, Direttore Il Cittadino di Monza e Brianza

 

Biblioteca del carcere Sanquirico di Monza

Ho avuto l’opportunità di incontrare Antonetta Carrabs, infaticabile promotrice di “Oltre i Confini – Beyond Borders”, a poche settimane dal mio insediamento alla direzione de Il Cittadino. In quel particolare momento, per me, era quasi tutto nuovo. Nuovo il ruolo, nuove le responsabilità. Tra queste anche quella di scegliere quali dei progetti previsti in passato dal nostro piano editoriale confermare o meno. Così, sfogliandolo e poi incontrando Antonetta, mi sono imbattuto proprio in “Oltre i confini”. E, devo ammetterlo, l’innamoramento è stato immediato. Non solo perché la possibilità di raccontare al “mondo di fuori” che cosa vivano nella loro quotidianità i detenuti, che cosa sentano, che cosa possano provare, mi ha affascinato all’istante. Ma anche per l’opportunità di far scoprire alla comunità dei “liberi” chi siano realmente gli inquilini di una casa circondariale, cioè gli appartenenti a una categoria sociale che rientra nel novero degli invisibili. Sia per motivi oggettivi (non hanno e non possono avere contatti con il mondo esterno), ma anche perché le situazioni di sofferenza vengono quasi sempre lasciate ai margini dei nostri pensieri, delle nostre vite piene di impegni, di frenesia e di rumore in questa società che ci vuole sempre brillanti, connessi e operativi. 

Un’esigenza, quest’ultima, che mal si accompagna al tempo dedicato a pensare a chi si trovi in una situazione di disagio. Come può essere, per l’appunto, quella dei detenuti. Che, in un dato momento della loro vita, hanno sentito chiudersi alle proprie spalle le porte di una cella, con la certezza che, di punto in bianco e per un periodo più o meno lungo, non avrebbero più potuto avere rapporti con i loro cari: sentire l’abbraccio di un figlio, le parole di conforto di un padre e di una madre. Ma anche l’amore di una moglie o di un marito. Di una compagna. Tutto questo mi ha sempre destato molta impressione. E ancor più lo ha fatto durante il periodo di isolamento forzato e di privazione della libertà di movimento che, come molti, mi sono trovato ad affrontare durante i mesi più bui della pandemia che ci ha colpito in questi due ultimi e terribili anni. Senza dimenticare, poi, l’aggravante del pregiudizio. Già, perché, anche se in quest’epoca di straripante political correctness non sta forse bene dirlo, non è certo scarsamente diffusa l’idea che chi sia finito per trovarsi in una condizione di libertà limitata fosse, in qualche misura, a questa destinata. 

Mai pensiero, in realtà, potrebbe essere più sbagliato o superficiale: proprio dall’incontro con i testi di chi sperimenta sulla propria pelle la realtà carceraria emerge, fatto sconvolgente per chi si trovi ad approcciarla per la prima volta, la tremenda verità che in questi luoghi non ci sono certo solamente persone intrinsecamente cattive, ma, per lo più, esseri umani che, per i motivi più svariati, dalla debolezza caratteriale alle difficoltà economiche, si sono trovati a sbagliare. E che, magari, alle spalle avevano una vita e una storia perfettamente "normali": una famiglia, degli amici, un lavoro. Persone, insomma, come tutti noi. Che dagli errori, quindi, non siamo immuni. Ecco, io credo che sia proprio questo lo spirito con cui affrontare i testi che troverete all’interno di questo volume.Testi che sono fatti per essere letti con gli occhi, certamente. Ma che, prima di tutto, vanno affrontati con il cuore. Solo con quest’ultimo possiamo predisporci a percepire la sofferenza, ma anche, talvolta, la speranza, delle anime che li hanno composti.

Nella foto Riccardo Sorrentino, Presidente Ordine dei Giornalisti di Regione Lombardia 

Cristiano Puglisi, Direttore Il Cittadino di Monza e Brianza

Roberto Magnani giornalista Il Cittadino di Monza e Brianza

Articolo pubblicato su Oltre i Confini, l'inserto de Il Cittadino di Monza e Brianza diretto da Antonetta Carrabs

 

 

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