Tradizione natalizia calabrese di Cumpa.
Purtroppo in questi periodi che precedono il Natale in
carcere si respira tanta tristezza. Natale è il giorno più duro per noi perché
ci sentiamo soli, tanto soli. Dato che le tradizioni non muoiono mai, vi voglio
raccontare i miei Natali da bambino in Calabria. Quando ero piccolo la mia casa
si riempiva di bambini e familiari. Ricordo che ci rincorrevamo per la casa creando
molta confusione, facevamo cadere sedie, cibo e le nostre madri ridevano
vedendo tutti quei bambini ridere, giocare, e fissare l’albero stracolmo di
regali. Ricordo che il pranzo di Natale era una vagonata di pietanze che per
elencarle tutte passa molto tempo. C’erano le lasagne, i dolci, la carne; il capretto arrosto col patate non mancava
mai e al sugo con i maccheroni freschi. Tra lasagne maccheroni e sugo di
capretto dire che ero al settimo cielo era poco. Da noi si usa l’abbondanza di
primi e secondi piatti e dolci – tanti dolci- che duravano tre giorni
consecutivi, e in quei tre giorni non si smetteva mai di mangiare. Mia madre e
le mie zie impastavano già due giorni prima di natale verso il 22 dicembre
Questo è il mio dolce preferito. Comunque i miei ricordi dei natali fino a 2016 sono
stati pieni di amore famigliare tutto questo per tre giorni non stop, tra
tombola sette e mezzo, scopa, scala, e altro era come un trovarsi in stazione,
tipi chi viene e chi va, chi dorme e chi gioca. Ho vissuto davvero il natale al
meglio in famiglia, e non potrò mai dimenticarne uno solo, e augura a tutti voi
più bello dell’altro che passerete in famiglia. Buon appetito e non fatevi
scrupoli di dieta, dato che accade una volta all’anno.
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