Numero 31 - 8 dicembre 2024 Festa Immacolata Concezione Settimanale di varia umanità carceraria C.C.di Monza





Ogni settimana riceviamo dal cappellano del carcere di Monza Don Tiziano Vimercati contributi "del tempo ordinario, settimanali di varia umanità" che vengono letti ai detenuti durante la messa della domenica. Abbiamo deciso di pubblicarli sul nostro blog perché riteniamo siano ulteriori testimonianze della vita carceraria.


Rallegrati, il Signore è con te

L’iniziativa di Dio genera stupore, meraviglia, gratitudine. Il vangelo di questa festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria è l’episodio dell’Annunciazione: “Rallegrati”, disse l’angelo Gabriele entrando nella casa di Maria, giovane ragazza di Nazaret, uno sperduto villaggio della Galilea. Maria, che pur rimase turbata, aveva tutti i motivi per gioire. Ma c’è anche la gioia di Dio che in Lei ha trovato la donna, la madre, la sposa che ha saputo dire il sì incondizionato al suo amore. Da sempre Dio ha cercato l’amicizia con il suo popolo, lo considerava la sua sposa, una sposa da condurre nel silenzio del deserto per poter parlare al suo cuore e poterla riconquistare dopo le ripetute infedeltà. In Maria ha trovato la donna che ha saputo aprire il cuore, liberamente e in modo totale, avvenga per me secondo la tua parola: ecco il motivo della gioia di Dio. E’ l’Angelo che ci rivela il motivo per cui anche Maria può gioire: perché il Signore è con te, disse. Maria realizza quel desiderio che ogni uomo si porta nel cuore: fare esperienza di Dio, percepire la sua vicinanza, comprendere che il cammino della vita è fatto in sua compagnia, capisce che davvero il suo Dio è con Lei. In questo Maria è per noi un modello che ci può aiutare a pronunciare il nostro sì all’iniziativa del nostro Dio che in realtà desidera entrare nella vita di ciascuno di noi, desidera farsi nostro compagno di viaggio. Sicuramente il nostro sì non sarà come quello di Maria, assomiglierà di più a quello della sposa tanto amata ma infedele che ha bisogno di essere portata nel deserto per riscoprire l’amore. A tutti il Signore dice “Rallegrati”. Se vinciamo la tentazione di dare per scontata questa splendida notizia, se non ci siamo troppo abituati a sentirci dire che Dio entra nella nostra storia, penso che dovremmo stupirci, come Maria, quasi turbati per qualcosa molto più grande di noi. Lo stupore è parte essenziale della vita del cristiano, è l’atteggiamento dell’uomo che si rende conto che Dio entra nella sua vita. L’iniziativa di Dio, se non la considero scontata, genera stupore e mi rende grato. La vita riesco a metterla in gioco se prima mi sento interpellato, se sono ancora capace di stupirmi. Altrimenti diventiamo cristiani senza fede; forse osservanti della legge, ma non è detto; forse amanti della tradizione che rincuora e ci mette al sicuro, ma che è anche capace di soffocare la voce dello Spirito. dtiziano

Un record da non battere! Di quando in quando si riaccende il dibattito politico-giuridico intorno all’ipotesi di un provvedimento di clemenza, amnistia o indulto, per liberare le carceri dove sono rinchiuse 62 mila persone, in spazi previsti per 51 mila e oggi disponibili solo per 48 mila. Se c'è un pregio nella chiarezza, questo va riconosciuto ad Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, che ha confermato il prevedibile: lui, e dunque si presume l’intera maggioranza di governo, o ampia parte di essa, sono contrari. Sarebbe una resa dello Stato, ha detto Delmastro, che ha promesso di recuperare entro la fine della legislatura i posti mancanti. Ci si può augurare che Delmastro ci riesca, e ci si può chiedere che succederà nel frattempo. Perché quest’anno, i suicidi in carcere finora sono stati 85, superando il record di 84 del 2022; i morti totali, quindi compreso chi è morto per malattia, sono 231, polverizzato il record di 177 del 2002, perché anche solo per avere un analgesico per il mal di denti si deve aspettare ore, talvolta giorni; bisogna poi aggiungere il suicidio di sette guardie carcerarie: l’anno scorso se ne suicidò una soltanto, nel 2022 si suicidarono in cinque. Perché in carcere, fuori dalle celle, ma dentro un sistema inadeguato, ci vivono anche gli agenti di Polizia penitenziaria. Qui c'è la resa dello Stato, perché costringe alcuni suoi cittadini – colpevoli, presunti tali, innocenti – in condizioni illegali poiché non è in grado di rispettare le leggi che si è dato. E' la resa dello Stato, che, pur di non prendere atto delle sue illegalità, lascia che alcuni suoi cittadini – colpevoli, presunti tali e/o innocenti – si tolgano la vita o la perdano per mancanza di cure. La resa è di uno Stato che non riconosce le proprie responsabilità e il proprio fallimento, di cui peraltro nessuno gli chiederà conto. Il carcere non deve essere un albergo, ma non può nemmeno essere una cloaca. en.

Trattamento inumano Nel carcere di Parma c’è un detenuto che soffre di paraplegia e altre complicazioni. Le sue condizioni di salute sono incompatibili con il suo stato di reclusione. Perché il carcere di Parma, pur avendo una struttura sanitaria, non ha le risorse per garantire un trattamento riabilitativo intensivo continuo. Ricoverato urgentemente in ospedale è poi rientrato appena scongiurato il pericolo di morte. Poi è stato trasferito in una struttura sanitaria esterna ma solo per 45 giorni. Ha perso 15 kg e ha continue crisi, ma il suo spostamento definitivo in una struttura esterna al carcere è stato respinto dal giudice di sorveglianza. Un caso non isolato quello di Lorusso. Il gennaio scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per i trattamenti inumani e degradanti verso un altro detenuto colpito da fibromialgia. L’equilibrio tra esigenze di sicurezza e tutela della salute è molto difficile, soprattutto nel caso di detenuti mafiosi, ma pare che lo stato italiano propenda sempre verso le prime piuttosto che le seconde. gd

In ricordo di Giulia 


Una vicenda che ci sta accompagnando ormai da un anno: l’omicidio di Giulia Cecchettin. Filippo Turetta è stato condannato all'ergastolo. La Corte d'Assise di Venezia ha escluso le aggravanti della crudeltà e dello stalking e ha riconosciuto quella della premeditazione. Filippo Turetta era il suo ragazzo e non accettava la fine della relazione. Il padre di Giulia, Gino, nonostante l’immenso dolore, ha sempre tenuto un comportamento composto e discreto, senza inveire e invocare vendette. Una grande forza interiore di cui abbiamo tutti qualcosa da imparare. Anche subito dopo la sentenza ha pronunciato parole forti e coraggiose sulle quali tutti dovremmo riflettere molto. Anche se già le conosciamo rileggiamole ancora una volta con attenzione. “Abbiamo perso tutti come società. Nessuno mi ridarà indietro Giulia, non sono né più sollevato né più triste rispetto a ieri. È chiaro che è stata fatta giustizia, ma dovremmo fare di più come esseri umani, la violenza di genere va combattuta con la prevenzione, non con le pene. Come essere umano mi sento sconfitto, come papà non è cambiato niente rispetto a ieri o a un anno fa».

Numeri più alti di sempre E’ Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, ad affermare che quest’anno, nel mondo del carcere, ci sono i numeri più alti di sempre. “Ci sono stati 85 suicidi e 231 morti totali. Sono in assoluto i numeri più alti mai registratati prima dai monitoraggi nelle carceri italiane. Di più: sono 62.400 i detenuti presenti attualmente nelle celle delle case di reclusione, un altro numero che non si era mai raggiunto da quando ci fu la condanna europea per i “trattamenti inumani e degradanti. Il 2024 sta frantumando tutti i record negativi del sistema penitenziario italiano – ha detto in una intervista a Redattore Sociale – cos’altro deve succedere prima che il governo si interessi alle carceri di questo Paese, dove continua a stiparci gente introducendo sempre nuovi reati? Solo nell'ultimo anno hanno varcato la soglia del carcere quasi 3.000 persone in più, dove i posti disponibili conteggiati dal Ministero della Giustizia sono 51.196 (non tutti però effettivamente disponibili). In 23 delle 73 carceri visitate da Antigone nell'ultimo anno sono state trovate celle che non rispettavano il parametro minimo dei 3mq. Una condizione riconosciuta dagli stessi Tribunali di Sorveglianza italiani che sistematicamente condannano l'Italia”. Auguriamo all’Associazione Antigone di continuare nella difesa delle persone detenute.

Ri(flessioni). 

1. Suicidi in carcere Proprio non si fermano i suicidi in carcere. Altri due suicidi, altri due giovani che hanno pensato che ormai la loro vita era insopportabile. Uno nel carcere di Marassi, Genova, dove c’è stato un altro suicidio solo due settimane fa. Aveva solo 21 anni. L’altro nel carcere di Montorio, Verona, il quarto dall’inizio dell’anno in quell’Istituto. Aveva solo 24 anni. Siamo purtroppo arrivati a 85 suicidi totali dall’inizio dell’anno: è stato superato il triste record del 2022 quando furono 84. Come sempre, tutto avviene nel quasi totale silenzio, e soprattutto nell’assenza di misure efficaci che affrontino seriamente (e non solo a parole) questa emergenza. 

2. Una triste storia Quella di Marco Magrin, 53 anni, di Treviso, è una triste storia. Senza più una casa è andato a vivere in un garage, dove però, per il troppo freddo, ha perso la vita. Sembra abbia chiesto aiuto, senza ottenere nulla. Ora sono divampate le polemiche tra chi avrebbe dovuto intervenire, ma non lo ha fatto. Che la casa sia diventato un bene di lusso, per molti non accessibile? Probabilmente anche a Treviso ci saranno tante abitazioni vuote. Non si potrebbe trovare una soluzione dignitosa per chi non ha una casa?

3. Regalali ha chi ne ha bisogno Queste sono state le parole di un uomo nigeriano di circa 35 anni, rivolte alla proprietaria di un negozio, dopo aver acquistato giocattoli per circa 350 euro: Regalali ha chi ne ha bisogno. Grande sorpresa e grande emozione. Credo che di questi gesti, compiuti in modo discreto e delicato, ce ne siano molti di più di quanto pensiamo. 

4. Ci hanno portato via tutto Ci hanno portato via tutto, per la seconda volta, scrive Noor Sama, 26 anni, studentessa di scienze infermieristiche a Herat, in Afghanistan, dopo che i talebani hanno chiuso, fino a nuovo ordine, le scuole di ostetricia. Difficile capire il senso di questi divieti. Il Paese avrà sempre bisogno di personale qualificato, soprattutto nel campo sanitario. Cosa vogliono ottenere con queste scelte? E a quale prezzo? Inoltre: le donne sempre discriminate. 

5. Nuova malattia in Congo In Congo, Africa, una malattia sconosciuta sta mietendo numerose vittime, soprattutto tra i bambini al di sotto dei cinque anni. Si presenta come una normale influenza, ma nel giro di poco tempo porta alla morte le persone colpite. Un’altra piaga per le martoriate popolazioni africane. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta monitorando la situazione. Bene. dt.

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