Il Natale all’interno del carcere ha un sapore particolare di M.V.

 


Tutto ciò che allieta, nella vita comune, questo periodo ti viene a mancare: non solo il contatto e la quotidianità della tua famiglia, ma anche le piccole cose come la decorazione dell’albero e della casa in generale, la ricerca dei singoli doni natalizi, che man mano affollano casa. Tutto questo ti viene a mancare e allora ti attacchi ai ricordi per passare la giornata in serenità.

Il mio primo ricordo di Natale è legato all’infanzia. Nella mia famiglia di origine, tipicamente brianzola, si festeggia il giorno del Santo Natale con il pranzo in compagnia dei parenti. Durante la vigilia i profumi che arrivano dalla cucina sono intensi già dal primo pomeriggio: i ravioli di carne fanno da padroni. Per prepararli si coinvolgeva tutta la famiglia: per prima veniva stesa la sfoglia con l’apposita macchina rigorosamente a manovella; una volta raggiunto il giusto spessore la sfoglia veniva posizionata sullo stampo dei ravioli che veniva riempito, poi richiusi con un altro strato di sfoglia, pressati con il matterello e poi ritagliati con l’apposita rotella. Per noi bambini era un gioco perché ognuno di noi aveva un compito ben preciso. Poi ci si preparava per andare alla santa messa di mezzanotte, al termine della quale, scoprivamo il presepe che ogni anno si arricchiva di qualche variante. Noi bambini facevamo fatica a vederlo, visto che la chiesa era gremita, i nostri genitori facevano fatica a portarci via perché ogni anno eravamo incantati dalla bellezza di tale spettacolo. Si tornava a casa e si lasciava per Babbo Natale e le sue renne, sul davanzale della finestra, un bicchiere di latte, dei biscotti ed un paio di mandarini. Poi si crollava a letto con la certezza che al risveglio avremmo aperto i doni. Con l’arrivo nella mia vita di mia moglie sono arrivate anche le tradizioni mantovane: festeggiano principalmente la vigilia di Natale, dunque la cena è il momento di condivisione, necessariamente di magro;  mi “tocca” mangiare i tortelli di zucca, amorevolmente preparati da mia suocera, gelosa delle sue doti culinarie e delle ricette di alcuni piatti tipici come la sbrisolona etc. Poi naturalmente ci sono i ricordi più intimi legati alla famiglia, lo scambio di doni, le smorfie che fa mia moglie per un dono inaspettato e i ragazzi che fingono di essere sorpresi da un regalo che, durante tutto il mese di dicembre, è stato più volte “velatamente” menzionato. Questi momenti subiscono spesso le “invasioni barbariche” dei nostri gatti che, non contenti di voler provare ad occupare tutti i sacchetti e tutte le scatole presenti in sala, si divertono ad arrampicarsi sull’albero, comparendo in mezzo alle palline con espressioni buffissime; il trenino di Natale che gira in circolo sotto l’albero aspettando il momento propizio per sferrare l’attacco letale.  Tutto questo fa parte dei miei ricordi e del Natale che spero di tornare presto a vivere con i miei cari.  

 

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