Dal carcere di Monza la lettera di Natale di N.



Il Natale è un evento molto bello da passare con i propri famigliari, mi ricordo quando ero fuori, i giorni di attesa del 25 Dicembre passati a pensare a come sarebbe stato quel fatidico giorno. Tanti preparativi: dai regali scelti minuziosamente, alla scelta del menù, le ore passate a chiamare al telefono tutti i famigliari e gli amici. E’ proprio un bel giorno che si fa attendere in maniera bellissima. Mi ricordo che nel mio paese a Bellano iniziavamo un mese prima a fare tutti i preparativi con luci ed eventi giornalieri per celebrare l’evento. Io ero nella commissione volontari da addetto al montaggio e al successivo smontaggio delle luci; facevo anche il Babbo Natale su una speciale slitta ricavata da un tagliaerba con tanto di rimorchio per trasportare i bambini in un percorso prestabilito sul lungo lago, distribuendo caramelle che spargevo tutt’ intorno. Tutto questo fa sì che l’atmosfera natalizia si senta più viva, ma il Natale non è solo questo, il Natale è la vicinanza alle persone più care e anche a quelle sconosciute in un clima di festeggiamento con l’intento di rendere speciale quei giorni anche per i bambini e i ragazzi che sono a casa da scuola o quelli più piccoli che ancora non sanno cosa significhi quel giorno di fratellanza. Passandolo in galera senti molto di più la mancanza di tutto quello che ho citato sopra, non avendo la possibilità di esserci fisicamente vicino a tuoi cari, intendo, ma col pensiero sempre su di loro, come una stella fissa nel cielo stellato notturno. A Natale in carcere si può chiedere una cosa soltanto a tutti quelli fuori dal carcere: che capiscano il vero valore di questa festa e che la onorino come Dio comanda.

Certo qualcuno potrebbe pensare che la prima cosa che vien da chiedere a Babbo Natale sia un’amnistia o un indulto per far sì che tutto ritorni alla normalità: molti detenuti che ci sperano fino all’ ultimo ma è una cosa rara da ottenere in Italia. Resta il fatto che la speranza è l’ultima a morire e questo sfocia in una sorta di fratellanza che ci porta a festeggiare il Natale tra di noi in modo fantasioso per sentire meno la mancanza “dell’esterno”, delle proprie famiglie. Tra noi detenuti ci si arrangia organizzando per tempo il pranzo o la cena e per chi aderisce avrà un pasto diverso dal solito e si sentirà un po’ meno solo, ma pur sempre lontano dalla sua famiglia. In sostanza quello che voglio dire è che in un modo o nell’altro la magia del Natale, pur portando un po’ di malinconia e tristezza, non manca nemmeno fra le 4 mura del carcere, ma rimane comunque la voglia di passarlo coi propri famigliari ed amici.

Buon Natale a Tutti!

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