Numero 24 – 20 ottobre 2024 XXIX domenica Tempo Ordinario Settimanale di varia umanità carceraria C.C.di Monza
Tra voi però non è così Dice Gesù nel vangelo di questa domenica, rivolto agli apostoli: Tra voi però non è così. Che cosa non deve essere così tra di noi? Tra fratelli che si vogliono bene non si lotta per il potere, per comandare sull’altro, per soddisfare la propria vanità. La sete di potere avvelena la vita, mi spinge alla ricerca di un potere sempre più grande, senza essere mai sazio. Più potere si riesce ad avere, più ci mettiamo nella condizione di fare del male. Il potere annebbia la vista, mi illude di poter fare ogni cosa, anche la più capricciosa e la più assurda. Si dovrebbe quasi aver paura di averne troppo. Eppure lo desideriamo. Neanche gli apostoli, che pure da Gesù avevano sentito tutt’altro, ne erano immuni. Maestro, concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra, chiedono Giacomo e Giovanni. Bello che desiderino stare vicini a Gesù, ma il loro desiderio andava oltre: vicini a Lui per comandare, interessati al potere. Il potere affascina. A chi diceva che il potere logora, un politico italiano, Giulio Andreotti, rispondeva: il potere logora chi non ce l’ha. Meglio averlo dunque, che non averlo. Ma, tra voi però non è così. Tra fratelli, il potere che ci è permesso esercitare, è quello di servire, di inginocchiarci e di lavare i piedi ai fratelli. Gesù concede a Giacomo e a Giovanni di stare vicini a Lui, ma per servire, per esercitare lo stesso potere da Lui esercitato. Il potere della croce, amaro calice anche per Gesù, il potere dell’offrire la propria vita. Se vuoi essere il primo, il più importante, devi diventare il servo di tutti. Parole così distanti dalla sensibilità degli uomini d’oggi che non le capiamo tanto bene. Neanche gli stessi apostoli avevano compreso le parole di Gesù, il suo radicale cambiamento di prospettiva. Tra noi però non è così, può non essere così perché tra di noi c’è Gesù che per primo è vissuto in questa nuova prospettiva, insegnandoci che cosa rende veramente grande l’uomo: servire, imparare ad amare non a parole, non con dotti ragionamenti, non con proclami pomposi ma in realtà vuoti, ma con i fatti, con scelte concrete di vita, a servizio del bene dell’altro. Anche con la consapevolezza, questa volta giusta, di essere particolarmente vicini a Gesù, alla sua destra e alla sua sinistra, perché ci stiamo comportando come Lui. E che è possibile. dtiziano
Ragazzi minorenni in carcere Un interessante dossier redatto
dall’Associazione Antigone, che si occupa della situazione delle carceri,
riguarda i minori detenuti. Dopo un anno dall’applicazione del decreto Cutro
(voluto dall’attuale Governo), che aveva come scopo di combattere l’illegalità
dei minori, cerchiamo di capire cosa è avvenuto nelle carceri per minori. -- Un
forte aumento dei detenuti. Al 15 settembre erano 569 i ragazzi detenuti negli
istituti penali per minorenni (Ipc), il numero più alto mai fatto registrare.
Sono cresciuti del 48 per cento. Cosa giustifica un così grande aumento? -- I
crimini commessi da ragazzi minorenni sono evidentemente aumentati. Non è così:
nel 2023 c’è stato un calo del 4,15 per cento dei minorenni arrestati rispetto
all’anno precedente. Il numero dei carcerati dipende da quanti crimini si
commettono ma anche dalle norme e dalle pene previste. – Ci sono più stranieri
che commettono reati. Neanche questo corrisponde a verità. La diminuzione dei
reati è stata del 2,19 per cento per gli italiani e del 5,93 per gli stranieri.
– I minori stranieri in carcere sono comunque tanti, al 15 settembre erano 266,
quasi la metà del totale. Questo si spiega con il disagio sociale in cui vivono
e la mancanza di alternative al carcere. Come per gli adulti a cui è preclusa
la detenzione domiciliare perché non hanno un domicilio in cui abitare. – Negli
Istituti minorile, tranne pochi casi, si soffre del problema del
sovraffollamento, come nelle carceri per adulti. – Il decreto Caivano ha reso
più facile trasferire i ragazzi, al compimento del diciottesimo anno, nelle
carceri per adulti (li vediamo arrivare sempre più spesso anche qui da noi, a
Monza). Con due effetti negativi: si interrompe l’attività di recupero e si
invia il neo-maggiorenne in un contesto non certo adatto alla sua comunque
giovane età. – La maggioranza dei minorenni detenuti è in custodia cautelare:
il 64 per cento. Ora, dal decreto Cutro, c’è un limite di pena più basso e
diversi nuovi reati per i quali si può disporre la carcerazione. In più un
aumento delle pene anche per reati di lieve entità legati alla droga. – Nelle
carceri minorili largo uso di psicofarmaci. Il 30 per cento in più di spesa. --
I minorenni possono essere trasferiti, per diverse esigenze, in carceri anche
molto lontani da casa, sradicandoli dal contesto familiare, dalle relazioni che
sono riusciti a intessere, in un nuovo contesto da conoscere.
“Sono qui”
Non ho più regole un salto nel vuoto per un uomo. Dentro a una lacrima mi sentivo così buono e così solo. Dentro a una pagina, un foglio bianco e vuoto. Semino il male e raccoglierò un fiore morto. Sono qui da te che mi chiedo cosa fai, mi chiedo con chi sei. Sono qui da te che mi chiedo come fai, mi chiedo ora come sei. (Davis B.)
Sono qui, sono qui con te amata mia. Sei la mia forza, la mia vita, mi tieni in piedi, non mi permetti di lasciarmi andare. Sei il mio tormento, la mia paura, perderti mi sarebbe fatale. Sei la domanda che ogni giorno mi accompagna, come una lama che lacera la carne. Pensieri di un giovane detenuto, lontano dalla sua ragazza. Immagina di esserle ancora accanto perché sa che starle vicino può essere la sua salvezza. Finora non lo è stata perché non viveva per Lei. Le regole erano saltate e con esse ogni appiglio e sicurezza, un giovane allo sbando. Ha seminato, la gramigna però, il veleno, e ora può raccogliere solo qualcosa di morto: semino il male e raccoglierò un fiore morto. Eppure queste parole, così amare, mi sembrano piene di speranza, un grido di aiuto, la volontà di ricominciare. Un uomo nuovo che rinasce dalla consapevolezza degli errori commessi, dal rimorso che lo consuma, dall’umiltà di mostrare il suo volto, così com’è. Pronto per una nuova vita. dt.
Ultimi dati sul gioco d’azzardo.
Dall’inizio di gennaio alla fine di luglio gli italiani hanno speso per il gioco ben 90 miliardi di euro. Una cifra impressionante che purtroppo raggiungerà i 160 miliardi a fine dicembre. Lo scorso anno furono spesi 147 miliardi. Ogni anno sempre di più. Ma aumentano anche i giocatori compulsivi e le tragedie familiari. Sarebbe dovere dello Stato salvaguardare il benessere dei cittadini, invece sembra più interessato a fare cassa: sette miliardi dal gioco d’azzardo. Ma non è mai una buona cosa lucrare sulla debolezza umana. dt.
Ri(flessioni).
1.Dai
muri alle prigioni
Da pochi giorni, anche se in modo parziale, è entrato in funzione il centro di identificazione dei migranti costruito in Albania. Con lo scopo dichiarato di scoraggiare le partenze. Tradotto: identificarli e rimandarli nei loro paesi. Mons. Giancarlo Perego, presidente della commissione dei vescovi italiani per i temi legati all’immigrazione, così si è Dall’inizio di gennaio alla fine di luglio gli italiani hanno speso per il gioco ben 90 miliardi di euro. Una cifra impressionante che purtroppo raggiungerà i 160 miliardi a fine dicembre. Lo scorso anno furono spesi 147 miliardi. Ogni anno sempre di più. Ma aumentano anche i giocatori compulsivi e le tragedie familiari. Sarebbe dovere dello Stato salvaguardare il benessere dei cittadini, invece sembra più interessato a fare cassa: sette miliardi dal gioco d’azzardo. Ma non è mai una buona cosa lucrare sulla debolezza umana. dt.
2.
Migranti in Albania
Primo viaggio per portare 16 migranti in Albania. Quattro subito riportati in Italia: due perché minorenni e altri due in cattive condizioni di salute. Venerdì i giudici di Roma, a cui spetta la convalida del trattenimento, in osservanza della sentenza della Corte europea, hanno bocciato la permanenza nel centro albanese degli ultimi 12 migranti rimasti. Provengono da Paesi che l’Italia considera sicuri, ma non l’Europa. In ogni caso le domande d’asilo presentate dai 12 migranti sono state tutte respinte. Una rapidità sospetta, che non si riscontra in altri ambiti importanti, che però dice con chiarezza quali siano le intenzioni del Governo.
3. Solo
la strada
I migranti che arrivano a Trieste percorrendo la rotta balcanica, in prevalenza Afghanistan, Siria e Kurdistan turco, non trovano una degna accoglienza. Per molti la strada sarà la loro dimora e possono contare solo sulla dedizione di tanti volontari e associazioni, che però fanno quel poco che possono. Insufficiente come insufficiente è l’impegno delle Istituzioni. Ci si dimentica troppo spesso della sofferenza e di quanto hanno passato nei Paesi in cui vivevano. Meglio non vederli. Continueranno però a esserci.
4.
Non è più una guerra di difesa
Un numeroso gruppo di riservisti dell’esercito israeliano, circa 130, ha pubblicato una lettera aperta in cui prendono le distanze dall’azione militare di Israele, rifiutandosi di combattere fino a quando non si raggiungerà un accordo per la liberazione degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. Hanno dichiarato che la guerra in corso non è più di difesa. Hanno avuto tanto coraggio. Ora rischiano il carcere.
5.
Giovani laureati vanno all’estero
Ben 132mila i giovani laureati che hanno lasciato l’Italia negli ultimi dieci anni. Di questi solo 45mila sono rientrati in patria. Dunque abbiamo perso ben 87mila laureati. Una splendida risorsa che è andata altrove. Giovani che si sono formati in Italia, su cui si erano investite risorse e speranze. Le regioni del sud Italia, come sempre, le più penalizzate. Niente di male, anzi, se un giovane cerca il meglio, anche all’estero. Ma qualcosa non va se, in un modo o nell’altro, si è costretti. dt.
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